mercoledì 30 gennaio 2008

Recensione - Into the wild


Into the wild è la libera trasposizione del libro di Jon Krakauer "Nelle terre estreme" diventato un classico della sottocultura urbana. Dalla lettura del libro, Sean Penn ha dovuto aspettare ben dieci anni prima di ottenere i diritti. Questa incredibile pazienza testimonia una testarda sensibilità che è unica nel panorama cinematografico di oggi. Sono due gli elementi centrali del film: Il tema della fuga ma soprattutto quello dell'inseguimento di un qualcosa che faciliti la conoscenza di sé. Pura celebrazione della libertà e della ricerca della libertà.

La pellicola racconta la vera storia di Christopher McCandless, un giovane benestante che, finita l'università decide di abbandonare tutte le sue sicurezze materiali (manda tutti i suoi risparmi a un'associazione benefica, distrugge i documenti e dà fuoco agli ultimi soldi che gli sono avanzati....) e parte per l'alaska, dove, in mezzo alla natura avrebbe trovato la libertà e la vita che cercava. per arrivare in alaska impiega 2 anni, viaggiando a piedi, facendo l'autostop, scendendo le rapide del fiume in kajak, salendo clandestino sui treni.... durante il suo viaggio incontra molte persone, da cui impara molte cose che gli serviranno quando sarà solo in mezzo ai boschi. alla fine, dopo 2 anni arriva finalmente in alaska, dove trova, disperso in mezzo agli alberi, un bus abbandonato che qualcuno aveva usato come casa, si accampa lì e passa l'inverno a fatica, arrivata la primavera decide di scendere in città per far scorta di viveri e attrezzi, ma il fiumiciattolo che d'inverno aveva attraversato a piedi era diventato un fiume in piena, che lo lascia intrappolato nelle terre selvagge; senza trovare selvaggina, alla fine si riduce a mangiare bacche selvatiche, che poi scopre essere velenose; resiste qualche decina di giorni, ma poi il veleno delle bacche lo uccide, con le ultime forze prende uno dei suoi libri e scrive una frase che segna il raggiungimento della saggezza: "La felicità è reale solo se condivisa". La maestria con cui Sean Penn miscela tematiche così diverse e complesse è unica. Il fascino della selvatichezza dell'ambiente, le difficoltà dei legami di sangue, l'individualismo contro il bisogno di amore e le contraddizioni dell'idealismo nelle sue spinte critiche ma anche arroganti. Alle volte, il film si trasforma in un vero e proprio atto di fede il cui credo fugge da tutto ciò che è religioso in senso stretto per trovare sfogo in una dimensione che è solo e unicamente personale. Tutte le persone che Chris incontrerà lungo il suo viaggio oltre a colmare un vuoto familiare, fonte di profonde sofferenze, amplificano l'idea di un percorso a stadi funzionale a liberarsi da qualsiasi dipendenza da ogni tipo di comfort e privilegio.

Il film dura quasi 2 ore e mezza, e nei primi momenti sembra pesante, ma quando la storia entra nel vivo ti lascia incollato allo schermo fino alla fine.

2 commenti:

Killo ha detto...

Finalmente ho visto il Trailer...non sembra male

Anonimo ha detto...

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