venerdì 23 luglio 2010

....God bless you....


....Non ci sono parole che possano descrivere le emozioni che queste 6 corde mi facciano provare, e allora mi limito semplicemente a farti gli auguri caro Slash.... Buon compleanno, e grazie di tutto!.... God Bless you....

ROCK AND FUCKIN' ROLL!!!!!!!!!



lunedì 19 luglio 2010

17/07/2010 - Un'altra emozione....


Ciao a tutti!

Sabato sera sono stato a San Siro per il concerto di Ligabue.... Non voglio scrivere il racconto come faccio di solito, perchè è stato sì uno spettacolo, ma è stata soprattutto una grande emozione, una di quelle emozioni che solo certe cose ti sanno dare, una di quelle emozioni che a parole non sispiegano e che solo se sei in mezzo a quei 60.000 puoi capire, una di quelle emozioni che arrivano dai grandi....

Ligabue secondo me, in Italia, è uno di quei grandi, forse, anzi, sicuramente non IL PIU' grande, perchè di meglio di lui ce ne sono stati, e forse ce ne saranno, ma questo lui lo sa, e ha dimostrato di saperlo anche al centro di una marea di gente venuta lì solo ed esclusivamente per lui, l'ha dimostrato mostrandosi umile, così umile da far spazio nel suo spettacolo a chi, in un campo o nell'altro si è dimostrato grande.... Delle 2 ore di concerto di sabato questi sono i cinque minuti più densi, più veri e più emozionanti.... Godeteveli!....



venerdì 16 luglio 2010

....E buon weekend!




....alla fine di una settimana di lavoro certe canzoni sono una mano santa....

Se poi la mano è quella di questo qui sotto.... ^_-




E buon weekend a tutti!....

....Ti vibra nelle ossa, ti entra nella pelle....

Ciao a tutti!

Primo post di oggi, un altro testo e stavolta torniamo in Italia, visto che oggi è il compleanno di Eugenio Finardi, uno dei pionieri del rock in Italia, e quando si pensa a Finardi la prima canzone che viene in mente è questa qui sotto....

Musica Ribelle (Eugenio Finardi - Sugo - 1976)

Anna ha diciotto anni e si sente tanto sola
ha la faccia triste e non dice una parola
tanto è sicura che nessuno capirebbe
e anche se capisse di certo la tradirebbe

e la sera in camera prima di dormire
legge di amori e di tutte le avventure
dentro nei libri che qualcun altro scrive,
che sogna la notte, ma che di giorno poi non vive

e ascolta la sua cara radio per sentire
un po' di buonsenso da voci piene di calore
e le strofe languide di tutti quei cantanti
con le facce da bambini e con i loro cuori infranti

ma da qualche tempo è difficile scappare
c'è qualcosa nell'aria che non si può ignorare
è dolce, ma forte e non ti molla mai
è un'onda che cresce e ti segue ovunque vai.....

E' la musica, è la musica ribelle
che ti vibra nelle ossa, che ti entra nella pelle
che ti dice di uscire, che ti urla di cambiare
di mollare le menate e di mettersi a lottare

Marco di dischi lui fa la collezione
e conosce a memoria ogni nuova formazione,
e intanto sogna, di andare in California
o alle porte del cosmo, che stanno su in Germania

dice: "qua da noi in fondo la musica non è male,
quello che non regge sono solo le parole".
Ma poi le ritrova ogni volta che va fuori
dentro i manifesti o scritte sopra i muri.....

E' la musica, è la musica ribelle
che ti vibra nelle ossa, che ti entra nella pelle
che ti dice di uscire, che ti urla di cambiare
di mollare le menate e di metterti a lottare.



giovedì 15 luglio 2010

Testo - Angel

....A guardarli in faccia sembrano i più cattivi di tutti, e invece....

Angel (Judas Priest - Angel of retribution - 2005)

Angel - put sad wings around me now
Protect me from this world of sin
So that we can rise again

Oh angel - we can find our way somehow
Escaping from the world we're in
To a place where we began

And I know we'll find
A better place and peace of mind
Just tell me that it's all you want - for you and me
Angel won't you set me free

Angel remember how we'd chase the sun
Then reaching for the stars at night
As our lives had just begun

When I close my eyes I hear your velvet wings and cry
I'm waiting here with open arms - oh can't you see
Angel shine your light on me

Oh angel will we meet once more - I'll pay
When all my sins are washed away
Hold me inside your wings and stay
Oh! Angel take me away

Put sad wings around me now
Angel take me far away
Put sad wings around me now
So that we can rise again

Traduzione - Angelo

Angelo- cingimi di tristi ali ora
Proteggimi da questo mondo peccaminoso
Così che possiamo risalire

Oh angelo- possiamo trovare la nostra strada in qualche maniera
Scappando dal mondo in cui viviamo
Verso il posto dove abbiamo cominciato

E so che troveremo
Un posto migliore e la pace della mente
Dimmi soltanto che questo è tutto ciò che vuoi – per te e per me
Angelo non mi libererai?

Angelo, ricorda come inseguivamo il sole
E poi raggiungevamo le stelle di notte,
quando le nostre vite erano appena iniziate


Quando chiudo gli occhi sento le tue ali vellutate e piango
Sto aspettando qui a braccia aperte- oh, on riesci a vedere?
Angelo fa splendere la tua luce su di me

Oh angelo c’incontreremo ancora una volta- pagherò
Quando mi sarò lavato dei miei peccati
Tienimi tra le tue ali e resta
Oh! Angelo, portami via

Cingimi di ali tristi ora
Portami via, lontano, Angelo
Cingimi di ali tristi ora
Così che possiamo risalire

giovedì 8 luglio 2010

....Caro il mio Liga, complimenti!....


Ciao a tutti!

E' un po' che non faccio recensioni su qualche album, un po' perchè tra lavoro, concerti e quant'altro questo blog è stato trascurato per settimane intere, e un po' perchè "se uno scrive deve avere un motivo" (questa citazione la capirete in seguito.... ^_-) , e il motivo per scrivere di un album è che questo album meriti, e qui è il punto dolente! Non è una novità che per trovare dei buoni album ci si debba mettere a cercare bene (è così da quando la musica ha cominciato a portare troppi soldi....), però negli ultimi anni è diventato ancora più difficile trovare buoni album da ascoltare. C'è qualche band che si distingue dal panorama musical-modaiolo del momento, c'è qualche canzone che non è male, ma album interi ormai è veramente difficile trovarli....

Insomma, per un motivo o per l'altro si fa fatica ad ascoltare tutto un disco rimanendone piacevolmente colpiti, figuriamoci poi a dover scrivere una recensione.... E invece oggi un album di cui parlare ce l'ho, anche se un po' in ritardo rispetto all'uscita nei negozi....

Sto parlando dell'ultimo album di Ligabue, "Arrivederci, Mostro!", che ormai è da quasi 2 mesi sugli scaffali dei negozi. Fino a qualche giorno fa' non ero riuscito ad ascoltarlo per intero, avevo sentito qualche canzone isolata, ma dall'inizio alla fine non ne avevo ancora avuto l'occasione, occasione che è arrivata qualche giorno fa', quando, in previsione del concerto del rocker di Correggio di sabato 17 a San Siro mi sono deciso a sentirle tutte, per impararle e poterle cantare, e devo dire che sono rimasto piacevolmente colpito, come non mi succedeva da un po' con un album nuovo....

Ma i commenti a dopo, ora passiamo al disco, e cominciamo dal titolo: a 20 anni esatti dall'album di esordio, intitolato semplicemente "Ligabue" e ben distante da altri album come "Lambrusco, coltelli, rose & popcorn", questo "Arrivederci, mostro!" è forse il più azzeccato dei titoli, perchè racchiude in sole due parole il significato che questo disco vuole assumere, e cioè sfogo e voglia di realtà ed energia. Lui il titolo lo spiega così:

"Ognuno di noi ha i propri mostri, i propri fantasmi. Li si possono chiamare ossessioni, paure, condizionamenti, senso di inadeguatezza, aspettative e chissà in quali altri modi ancora. Sappiamo, però, che sono vivi e sono il filtro attraverso cui chiunque matura la propria, personale visione del mondo. Credo di conoscere abbastanza bene i miei “mostri”, mi fanno compagnia da tanto tempo. Può darsi che sia anche per questa lunga frequentazione che ora, in questa fase della mia vita, mi sembrano meno “potenti” e “ingombranti”. Alcuni di loro li ho affrontati in questo album ma era solamente per fargli sapere che li stavo salutando. Loro come tutti gli altri. So benissimo che sarebbe fin troppo bello che fosse un saluto definitivo. Infatti non mi sono permesso di dire: “Addio, mostro!” ma un più prudente e realistico: “ARRIVEDERCI, MOSTRO!”Un titolo però che, solo a pronunciarlo o a leggerlo, mi porta a galla sensazioni come sollievo, voglia di giocare, leggerezza, energia e fiducia. Tutte sensazioni che mi piacerebbe che quest'album trasmettesse in pieno."

L'album si apre con "Quando canterai la tua canzone", pezzo elettrico a metà tra Status Quo e Bruce Springsteen, con un accompagnamento un po' più hard rock, con ottime chitarre già dall'assolo iniziale, in cui Ligabue sembra parlare a chi scrive canzoni e dire "coraggio, non farti abbatterem canta la tua canzone e del resto fregatene!". Con la seconda traccia, "La linea sottile", Luciano torna al suo vecchio stile: batteria in partenza, chitarra che arriva in rincorsa, testo parlato più che cantato, e una somiglianza imbarazzante con "il giorno dei giorni", ma questa volta l'argomento è un altro, e qui le frecciatine al sistema si moltiplicano, con frasi che esprimono una certa delusione per quel che accade intorno a noi (ad es. "Ogni volta mi fido del mondo/Non ti dico le botte che prendo", oppure "I primi che mangiano tutto/e gli ultimi pagano tutto quel conto"), e nel ritornello un invito a fare qualcosa, perchè "c'è una linea sottile fra star fermi e subire/cosa pensi di fare?/Da che parte vuoi stare?". E dopo una canzone con un messaggio forte su una musica tranquilla, ecco che arriva l'esatto contrario, con "Nel tempo" si torna musicalmente a un rock più carico, con batteria e chitarra in prima linea e la voce del Liga che racconta un parallelismo tra la sua vita e quella dell'Italia.... Ascoltando questo pezzo sembra quasi di scorrere una fila di istantanee scattate in 50 anni di vita su e giù dal palco, tra avvenimenti importanti ed episodi personali, il tutto con una batteria di sottofondo che non risparmia un colpo.... Appena finita verrebbe voglia di riascoltarla, ma immediatamente dopo ecco che trova posto "Ci sei sempre stata", una canzone più romantica che sarà probabilmente il prossimo singolo estratto dall'album, ma non per questo brutta, e nemmeno anonima, anzi, sembra essere molto personale, e in ogni caso veramente bella da ascoltare, una mezza ballata con un po' di malinconia che aleggia nel testo e un decisamente ottimo assolo finale da più di un minuto, eseguito per l'occasione dal produttore dell'album Corrado Rustici.

Con la quinta traccia, "La verità è una scelta", Ligabue dimostra di non tirarsi indietro quando c'è da sperimentare qualcosa di nuovo, nella fattispecie questo qualcosa è il sound elettronico, cosa che il cantante emiliano non aveva mai inserito nei suoi album precedenti; il risultato assomiglia un po' a un pezzo in stile Linkin Park maccheronico, ma è comunque buono.... Ma è con il pezzo successivo che che si tocca l'apice dell'album, arriviamo al giro di boa, e Luciano Ligabue appoggia per un attimo la chitarra elettrica, si siede al tavolino, prende una penna e scrive una lettera a un cantante, anzi no, scrive un tributo ad un collega, anzi, scrive una lettera-canzone a un amico, insomma, si mette il cuore in mano e butta fuori tutto.... L'amico in questione è uno dei migliori cantautori che la musica italiana abbia mai conosciuto, il grande Francesco Guccini. La canzone è uno sfogo al vetriolo per un mondo, quello della musica, pieno di approfittatori, di falsi e di gente che non fa altro che preoccuparsi dei soldi, non risparmia parole grosse anche al pubblico, quello che un giorno ti ama e il giorno dopo ti odia, quello che "con quello che guadagni stai muto", quello fatto di gente che considera gli artisti come privilegiati e snob, senza pensare che dietro al successo c'è spesso tanto lavoro.... Il LA, come si suol dire, lo dà una delle più belle e famose canzoni di Guccini, e cioè "L'Avvelenata", che Ligabue cita diverse volte nel testo, e quel che segue è un fiume di parole in piena difficile da fermare, se non perchè "Son le quattro del mattino, l'angoscia, un po' di vino....". Con questo pezzo il rocker dimostra di meritarsi una C maiuscola all'inizio di quella definizione di Cantautore che segue il suo nome sull'enciclopedia, messa da parte per un attimo la musica in sè, dalle parole di "Caro il mio Francesco" viene fuori l'uomo, quel Luciano Ligabue che ama la musica, e che non ci sta ad accettare tutte queste situazioni, non ci sta a dover sopportare i giudizi di chi non sa ascoltare, e soprattutto non ci sta a star zitto di fronte a tutto questo.

La traccia numero 7, "Atto di fede" è un altro pezzo rock, con una batteria decisamente ottima, che ripercorre i ricordi del cantante, e che fa fare qualche considerazione su quello che si è visto e si è vissuto, ma soprattutto COME lo si è vissuto, perchè "vivere è un atto di fede, mica un complimento".... E così, accompagnati da un ottimo rock si arriva al singolo che ha preceduto l'album, che, come al solito, rispetto alle altre tracce è la meno significativa, quella "Un colpo all'anima" che da un paio di mesi passa in qualsiasi radio almeno 4-5 volte al giorno, questa è la classica canzone alla Liga, non è senza senso, ma non è che nemmeno ne abbia uno così incredibile, forse è il punto più basso dell'album, per quanto sia decisamente orecchiabile, è decisamente fuori da quell'aria in qualche modo "confidenziale" che caratterizza l'ascolto del disco. E dopo questi poco più di 3 minuti si torna alla poesia, quella vera, è infatti proprio da una poesia dello stesso Ligabue pubblicata in "lettere d'amore nel frigo" che viene fuori il testo di "Il peso della valigia", un testo sognante che racconta di un viaggio, il viaggio della vita, in cui si parte con una valigia di cartone vuota, e ad ogni fermata, per ogni persona conosciuta, per ogni cielo visto e per ogni momento vissuto ci si mette in valigia un ricordo, una parola, una foto, un bacio e chissà cos'altro, e nonostante il peso della valigia e la fatica nel portarla, il viaggio continua, e alla fine, quando ci si ferma per riposarsi, si apre la valigia e.... Non erano "soltanto quattro farfalle un po' più dure a morire"....

Siamo quasi alla fine dell'album e la nona canzone si distacca totalmente dallo stile musicale dell'album e dello stesso Ligabue, "Taca Banda" è uno swing di poca durata (due minuti e mezzo), divertente e in cui Luciano prende in giro le strane abitudini maniacali della gente. Piacevole da sentire, questo pezzo vede alla batteria Lenny, il figlio undicenne del cantautore.

Dalla leggerezza di "Taca Banda" si passa a una canzone dal fortissimo impatto emotivo, e cioè "Quando mi vieni a prendere? (Dendermonde 23/01/09)"; la canzone, che con i suoi 7 minuti è la più lunga dell'intera discografia di Ligabue, è stata scritta dopo che il cantautore è rimasto scosso da un avvenimento di cronaca, accaduto appunto il 23 gennaio 2009 nella cittadina belga di Dendermonde, quando un ventenne truccato da Pierrot ha fatto irruzione in un asilo nido armato di coltello uccidendo una maestra e due bambini, e ferendone altri 12. Nella canzone, accompagnato dalla musica di un carillon, Ligabue racconta la vicenda vista con gli occhi di uno dei due bambini vittime del pazzo. Conoscendo i fatti la canzone assume un significato decisamente più forte, veramente da pelle d'oca.... Prima della fine però c'è ancora spazio per del sano rock fatto come Dio comanda: l'album si chiude con "Il meglio deve ancora venire", pezzo che ricorda un po' gli ZZ-Top e suona come una speranza e un augurio per tutti che ci sia sempre qualcosa di meglio nel futuro....

Personalmente Ligabue mi è sempre piaciuto, non ne sono mai andato pazzo, però le sue canzoni in qualche modo mi hanno sempre accompagnato, ha fatto magari qualche passo falso, ma ha scritto anche dei capolavori, e a mio modesto parere questo è il suo album migliore; forse, anzi, sicuramente non sarà il più venduto, ma di certo è il più vero, il più sentito e introspettivo, sa di notti passate in bianco, sa di De Gregori e Guccini, sa di quel cantautorato italiano che ormai sembra essere affidato a chi, se non se n'è andato come De Andrè, ha già passato i settanta, sa di Emilia, di tarallucci e vino, e soprattutto sa di realtà, rivela l'uomo che c'è dietro al cantante, non "il Liga", non "il rocker di Correggio", semplicemente Luciano Ligabue, con i suoi pregi, i suoi difetti, la sua voglia di scherzare, la sua rabbia e la sua sensibilità. Questo è un album che nessuno si aspettava, è un Ligabue che nessuno si aspettava, che mette da parte le canzoni con facili romanticismi, mette da parte per un attimo tutto ciò che non sia importante e si guarda indietro, guarda 50 anni di vita vissuta, riflette, parla, ride, scherza e si incazza, guarda qualcuno dei suoi "mostri" dritto negli occhi e fà spaventare un po' anche lui.... Ho sentito diversi commenti su questo album, e nemmeno uno a favore, ho sentito dire "non me ne piace nemmeno una", oppure "l'unica che si salva è Un colpo all'anima ", e sono sicuro che sarà stato stroncato da tantissima gente (il fatto che dopo l'uscita dell'album non sia ancora uscito un altro singolo la dice lunga), e a dire la verità non è che la cosa mi stupisca più di tanto, un po' delude perchè basterebbe guardare al di là del proprio naso, basterebbe ascoltare con il cuore invece che soltanto con le orecchie, e sono sicuro che tanti si troverebbero d'accordo con me nel dire "Caro il mio Liga, complimenti!".

Complimenti davvero Liga, anche se non farai record di vendite o non ti faranno vincere i Music Award, anche se non passerai così spesso su MTV come le altre volte, tu canta le tue canzoni, e a San Siro settimana prossima canta tutte queste, probabilmente non tutti, ma io di certo sarò lì a fare il coro....

Ps. so che sarete stanchi di leggere dopo questo sproloquio, ma leggetevi qui sotto il testo di "Caro il mio Francesco", merita veramente....

Caro il mio Francesco

Caro il mio Francesco come vedi ti scrivo
e quando uno scrive deve avere un motivo
il mio è dirti che la tua avvelenata
in questi giorni l'ho consumata

risulta evidente quanto siam diversi
quanto son diversi i tempi del percorso
ma sono giorni in cui suona più vicina
tutta quella tua incazzatura

Sarà che anche qui
le quattro del mattino
sarà che anche qui l’angoscia
e un po’ di vino
sarà che non ci posso fare niente
se ora mi viene su il veleno

e allora avanti un altro
e con quello che guadagni stai muto
avanti pure un altro
con quello che guadagni sorridi nella foto

caro il mio Francesco questa lettera ti arriva
in un paese piccolo lì sugli Appennini
ho capito forse come mai ci vivi
che tanto ci si sente soli

ci si sente soli per quello che si è visto
e poi per tutti quelli che han fatto così presto
a montare su per fare un po' il tuo viaggio
giurando che per te davano un braccio
parlavano di stile, di impegno e di valori
ma non appena hai smesso di essere utile per loro
eran già lontani,
la lingua avvicinata a un altro culo

e allora avanti un altro
almeno chiedi scusa del disturbo
avanti pure un altro
che se sei lì sarà perchè solo un po' più furbo

Caro il mio Francesco che conosci un po' i colleghi
e forse non a caso vivi lì sugli Appennini
sai quaggiù ce n'è in qualche modo di tre tipi
bravi artisti furbacchioni e topi

il topo canta solo di quanto lui sia puro
e poi da via la madre per stare sul giornale
ed è talmente puro che ti lancia merda
soltanto per un titolo più largo

e io che il mio disprezzo me lo tengo dentro
che il letamaio è colmo già pubblicamente
ma quei presunti mi puri
mi possono baciare queste chiappe allegramente

e allora avanti un altro
volevi la tua bici pedalare
avanti pure un altro
rispondere agli insulti è solo bassa promozione

Caro il mio Francesco abbiamo tanti privilegi
ma tra questi certo non rientrano gli sfregi
di chi vuole parlare andando solo a braccio
di cose di cui non capisce un cazzo

Non so com'era allora
so un poco come adesso
o sei il numero uno o sei il più grande cesso
e il tempo che ti danno è fino al ritornello
e tante volte neanche fino a quello

non c’è peggiore sordo di chi non vuol sentire
tu pensa a chi non sente e poi ne vuol parlare
ma caro il mio Francesco è già mattina
qui mi devo svegliare

e allora avanti un altro
ti passo il mio telefono salutami la tipa
avanti pure un altro
convincila che sono il suo ragazzo per la vita

Caro il mio Francesco è il momento dei saluti
ci avremmo riso sopra se ne avessimo parlato
lo so che non ha senso starsi a lamentare
di alcune conseguenze del mestiere

E so che mi son fatto prendere la mano
perché uno sfogo fa sbagliare spesso la misura
ma come ti dicevo son le quattro del mattino
l’angoscia e un po’ di vino

e allora vado avanti a cantare della vita
sempre e solamente per come io la vedo
che la morte se la suona e se la canta
chi non sa soffrire da solo

e allora avanti un altro
qualcuno che abbia voglia di ascoltare
avanti pure un altro
qualcuno che abbia voglia di ballare
e allora avanti un altro
qualcuno che abbia il tempo di ascoltare
avanti pure un altro
qualcuno che abbia il tempo di ballare

mercoledì 7 luglio 2010

Rest in peace Crazy Diamond....


Roger Keith "Syd" Barrett (06/01/1946 – 07/07/2006)


Dio solo sa quanto manchi a questo mondo.... Shine on you!

See Emily Play

Emily tries but misunderstands, ah ooh
She often inclined to borrow
somebody's dreams till tomorrow

There is no other day
Let's try it another way
You'll lose your mind and play
Free games for may
See Emily play

Soon after dark Emily cries, ah ooh
Gazing through trees in sorrow
hardly a sound till tomorrow

There is no other day
Let's try it another way
You'll lose your mind and play
Free games for may
See Emily play

Put on a gown that touches the ground, ah ooh
Float on a river forever and ever, Emily

There is no other day
Let's try it another way
You'll lose your mind and play
Free games for may
See Emily play

Guarda Emily Giocare

Emily prova, ma fraintende,
spesso è incline a prendere in prestito
i sogni altrui sino all'indomani.

Non vi è un altro giorno
proviamo in un altro modo.
Perderai la ragione e giocherai
giochi liberi a Maggio.
Guarda Emily giocare.

Appena dopo il tramonto Emily piange,
fissando attraverso gli alberi con difficoltà
nel dispiacere un suono sino all'indomani.

Non vi è un altro giorno
proviamo in un altro modo.
Perderai la ragione e giocherai
giochi liberi a Maggio.
Guarda Emily giocare.

Metti un abito che tocca per terra,
fluttua nel fiume per sempre, Emily

Non vi è un altro giorno
proviamo in un altro modo.
Perderai la ragione e giocherai
giochi liberi a Maggio.
Guarda Emily giocare.