venerdì 29 aprile 2011

Febbre inglese


Ciao a tutti!

Sto completando il prossimo Music History, ma nel frattempo vi lascio un video, visto che oggi tutte le prime pagine dei giornali e le home page dei siti sono dedicate al matrimonio di William e Kate, di cui onestamente non mi può fregare di meno, questa è la mia risposta alla febbre mediatica di questi giorni....

Se mai dovessi scegliere di farmi prendere da una febbre inglese sarebbe almeno del calibro di questi signori qui sotto.... Questo sì che è un buon motivo per scatenarsi!



E a più tardi per il Music History!

martedì 26 aprile 2011

Con tutto il rispetto....


Ciao a tutti!

Ci risiamo, come tutti gli anni sistematicamente cominciano a fiorire le classifiche promosse da questa o quella rivista e/o etichetta discografica sulle migliori canzoni, migliori cantanti, migliori frontman, migliori chissà cos'altro, l'ultima che mi è capitato di leggere è quella redatta da "Guitarist", il che rende ancora più strano il verdetto, visto che la rivista in questione si occupa specificatamente di chitarra.

Insomma, la domanda è la solita, qual è il miglior assolo di chitarra di tutti i tempi? Ora, è evidente che non tutti possono avere gli stessi gusti e che poi in queste classifiche fatte tramite voti online l'obiettività sparisce e di conseguenza perde di corrispondenza alla realtà l'intero sondaggio, però come al solito sorge qualche dubbio, e con il risultato di questo sondaggio in particolare più di uno.... Questa è la classifica finale dei primi 20, con relativa percentuale di voti:

1. Alter Bridge - Blackbird 16.52%
2. Van Halen - Eruption 13.58%
3. Guns N’ Roses - Sweet Child O’ Mine 11.7%
4. Guns N’ Roses - November Rain 9.4%
5. Pink Floyd - Comfortably Numb 8.26%
6. Dream Theater - Hollow Years 5.18%
7. Dream Theater - Under A Glass Moon 5.16%
8. Led Zeppelin - Stairway To Heaven 4.89%
9. Lynyrd Skynyrd - Free Bird 3.22%
10. Megadeth - Tornado Of Souls 3.11%
11. Jimi Hendrix - Voodoo Child 2.97%
12. Steve Vai - For the Love Of God 2.44%
13. Jimi Hendrix - All Along The Watchtower 2.14%
14. The Eagles - Hotel California 2.24%
15. Dire Straits - Sultans Of Swing 2.17%
16. Led Zeppelin - Since I’ve Been Loving You 2.05%
17. Gary Moore - Still Got The Blues 1.78%
18. Michael Jackson - Beat It 1.6%
19. Manic Street Preachers - Motorcycle Emptiness 0.74%
20. Jethro Tull - Aqualung 0.57%

Ora, con tutto il rispetto per i gruppi e i chitarristi presenti, e ovviamente anche per gli assoli delle 20 canzoni, secondo me c'è qualcosa che non torna, ad esempio, nonostante l'amore che provo per "November rain" il 4° posto tra gli assoli miglliori della storia non credo se lo meriti, e "Free Bird", per rimanere solo sui titoli citati altrimenti si apre una voragine di pezzi mancanti, in mezzo a queste meriterebbe un posto ben più alto del 9° secondo me, visto che oltretutto è l'assolo più lungo della storia.... e poi insomma, "Voodoo Child (slight return" solo 11°? "Hollow years" e "Under a glass moon" dei Dream Theater 6° e 7° mi sembra esagerato, bellissimi assoli, ma 6° e 7° migliori di sempre? E poi, sinceramente, le prime 2 secondo me non è una questione di gusti, obiettivamente non sono paragonabili dai! Ottimi gli Alter Bridge, ottimo Mark Tremonti, ottimo l'assolo di "Black bird", ma "Eruption" a confronto è su un altro pianeta.... Va bè, finisco qui tanto alla fine è sempre il solito discorso evanescente, però i video delle prime due ve li propongo qua sotto, secondo me è una lotta a senso unico, voi cosa dite?....



venerdì 22 aprile 2011

Recensione - Joe Bonamassa - Dust Bowl


Ciao a tutti!

Forse è la volta buona che riesco a rimettermi in carreggiata con i post.... Nuovo album, nuova recensione, vecchi conoscenti e suoni vissuti, tutto questo è "Dust Bowl".

La carriera di Joe Bonamassa, classe 1977, è stata fulminea, tanto da vederlo su un palco per accompagnare Sua Maestà B.B. King a soli 12 anni, dopo che lo stesso King, vedendolo suonare una sola volta ha detto "Il potenziale di questo ragazzo è incredibile", è considerato uno dei migliori chitarristi sulla piazza (viste le premesse era inevitabile), e dal 2000 ha sfornato la bellezza di 11 album da solista, oltre a "Black Country Communion" album di debutto dell'omonimo supergruppo formato insieme a Glenn Hughes, Jason Bonham e Derek Sherinian, e al suo successore, "2", in uscita a giugno di quest'anno, ma tempo al tempo, di questo parleremo in futuro, oggi vi parlo dell'ultima uscita discografica del signor Bonamassa.

A un anno esatto dal precedente "Black Rock", e registrato tra Grecia, California e Tennesse, "Dust Bowl" è un album decisamente significativo, a partire dal titolo, che letteralmente significa "Conca di polvere" e che si riferisce, così come la copertina stessa, ad una serie di tempeste di sabbia che all'inizio degli anni '30 colpirono gli Stati Uniti centrali, causando non pochi danni a case, persone e coltivazioni. La connessione con il passato è evidente in questo riferimento tanto quanto nel sound che attraversa i 12 brani della tracklist, per i quali Joe si è avvalso della collaborazione di un bel mucchietto di artisti, tra cui Carmine Rojas, già bassista di Rod Stewart, John Hiatt, chitarrista e pianista con una lista di collaborazioni da far venire la pelle d'oca (da Bob Dylan a Eric Clapton tanto per citarne un paio), Vince Gill, countryman di gran classe, Chad Cromwell, batterista, tra gli altri, di Neil Young e Mark Knopfler, e poi Glenn Hughes, Blondie Chaplin, Beth Hart e chi più ne ha più ne metta....

Ma ora è il momento di analizzare l'album, stereo acceso, disco sul piatto e.... Tutti ai propri posti! Si parte con "Slow train", ed è proprio il suono di un treno in partenza quello simulato magistralmente dalla batteria all'inizio del pezzo, dapprima molto lento e poi con un ritmo sempre più incalzante, seguito a ruota da Joe che chiarisce subito quale sarà l'impostazione dell'intero album, il brano è un blues che più classico non si può, con qualche mini assolo piazzato qua e là, ma pur sempre di una qualità superba, e con la voce leggermente strozzata come da manuale. Un ultima rullata ci spedisce direttamente alla traccia successiva, la title track, ovvero "Dust Bowl", dove comincia a comparire qualche effetto tra il wha-wha e l'elettronico, il suono è tendente al dark e alla New Wave, anche se Joe ricorda a tutti di essere un chitarrista blues con un bell'assolo piazzato al centro della traccia. Il terzo pezzo è un rock'n'roll d'annata, "Tennessee Plates" sa di anni '60, di palcoscenico di legno grezzo in una balera, e oltre alla solita classe mostruosa di Bonamassa si fa sentire al pianoforte Mr. John Hiatt, che ticchetta sui tasti in maniera eccelsa, provate a star fermi se ce la fate!

Bastano un paio di colpi ai tamburi e una chitarra al punto giusto per tornare nel blues più antico, "The meaning of the blues", secondo me punta di diamante dell'album, è semplicemente questo, batteria cadenzata, chitarra quasi sempre in secondo piano (se non per un altro ottimo assolo) e voce sofferta, in una parola, Blues, tanto facile da pronunciare quanto a colpire dritto all'anima.... La musica cambia ancora, o forse no? "Black Lung Heartache" in realtà è ancora un blues, ma la partenza trae in inganno con sonorità tra l'etnico e l'orientale, con Joe che si diletta suonando strumenti greci come Tzouras, Baglama e Slide bouzouki, la canzone inizia e finisce con questi suoni, diventando un po' più grezza nella parte centrale, e il risultato è decisamente di alto livello. Se amate Jimi Hendrix (e se non è così pentitevi e fate ammenda immediatamente) è arrivato il momento di alzare il volume, perchè quando parte "You better watch yourself" sembra che il Dio delle sei corde riviva in quelle della chitarra di Joe, e non c'è altro da dire, un tuffo nel passato lungo tre minuti e mezzo....

Passato il giro di boa nel migliore dei modi, si passa alla psichedelia con "The last matador of Bayonne", un brano lento di oltre cinque minuti che ha molto del sound tipico dei migliori Pink Floyd, con lunghe parti strumentali e note allungate a dismisura, pur mantenendo la vena di blues caratteristica di tutto l'album. Sfumando si arriva alla traccia numero 8, "Heartbraker", a metà tra il solito blues e un po' di dark wave, con la gentile collaborazione di Glenn Hughes al basso, e poi, dopo il suono di una sirena della polizia si torna ancora alla psichedelia, con i suoi 6 minuti e 32 secondi "No love on the street" è il secondo pezzo più lungo del disco, e qui Bonamassa mostra tutto se stesso, con assoli da far fumare le dita e una voce veramente molto espressiva. Un altro ottimo assolo ce lo riserva "The whale that swallowed Jonah", decima traccia che porta il sound a virare leggermente verso un country-folk-rock, per poi discendere del tutto con la successiva "Sweet Rowena", che ci proietta dritti in una balera degli anni '50, uno swing-blues con tutti i crismi, con un cantato da schioccare le dita e un pianoforte a muro ticchettato con la decisione giusta. Per l'ultima traccia non può che tornare il blues a farla da padrone, "Prisoner" è lento, sofferto, a tratti urlato e a tratti sussurrato, con grandi svisate chitarristiche, un ottimo accompagnamento di batteria e un risultato finale che si avvicina non poco a Eric Clapton, la degna chiusura per un disco come questo....

Insomma, se già le aspettative sono alte quando si parla di un musicista come Joe Bonamassa, dopo poco più di un'ora di ascolto vengono pienamente soddisfatte, "Dust Bowl" è un disco che sa di passato, sa di quel già sentito che però non stanca mai, sa di una speranza, quella che la musica fatta come Dio comanda torni a farla da padrone in un periodo musicale veramente di basso livello, la tecnica e l'espressività di Joe sono qualcosa di veramente eccezionale, e questo suo ultimo lavoro ne è la riprova, il sunto dell'inter album? Joe Bonamassa è un grande chitarrista e un grande bluesman, e la sua musica incanta, risuona sotto la pelle e travolge, come una grande tempesta di sabbia....

giovedì 21 aprile 2011

Buon compleanno Iguana!




Auguri per i 64 anni portati malissimo da quel pazzo scatenato di Iggy Pop!

E voi adesso sparatevi un po' di punk rock come si deve!


lunedì 18 aprile 2011

Loz Music History - 1973


Ciao a tutti!

Sono tre giorni che cerco di pubblicare questo post e forse finalmente oggi ci riesco.... Ormai sapete già cosa vi aspetta, il buon Jack Black parla chiaro.... ^_^

Come si dice nel basket, andiamo in doppia cifra, con questo i Music History arrivano a quota 10! Anche questa volta mi sono fatto prendere dalla scrittura, e quindi vi aspetta un altro post chilometrico, ma spero che sia comunque di vostro gradimento.... ^_^

I primi anni '70 non possono non subire l'influenza della fine del decennio precedente, caratterizzato da rivolte popolari, emancipazione e rivoluzioni culturali e politiche tra le più importanti della storia moderna. Purtroppo, come spesso accade, e come ho già raccontato in altri Music History di questo periodo, gli ideali con il passare del tempo vengono sempre più sbandierati e sempre meno rispettati, per lasciare spazio a estremismi e vere e proprie guerriglie tra fazioni che sono sempre meno "avversarie" e sempre più "nemiche", gli anni '70 purtroppo sono anche questo, in particolar modo in Italia dove questi anni vengono soprannominati "anni di piombo", proprio a causa delle continue guerriglie e dei tanti atti di terrorismo.

Ma fortunatamente non ci sono soltanto brutte pagine nella storia di questo decennio, le rivoluzioni dell'ondata sessantottina portano con se molti cambiamenti socio-politici in tutto il mondo, e in questo senso anche il 1973 merita di essere ricordato, l'anno inizia infatti con le firme per l'ingresso nella allora CEE di Regno Unito, Irlanda e Danimarca, che portano il numero di membri dell'Europa unita da sei a nove, I governi devono affrontare la crisi petrolifera successiva alla guerra del Kippur, vengono varate quindi misure restrittive sull'utilizzo dell'energia, misure che in Italia comprendono il divieto di circolazione delle auto nei giorni festivi, un aumento del prezzo della benzina, e la chiusura obbligatoria alle 23 per televisioni, cinema, locali e ristoranti; questo periodo porterà con sè un'inevitabile diminuzione delle vendite di beni non necessari e un conseguente calo per l'economia italiana. A Parigi vengono finalmente firmati gli accordi che mettono fine alla guerra in Vietnam, in Italia viene firmato un accordo tra sindacati e Federmeccanica in cui, tra le altre cose, entrano in vigore le 39 ore settimanali, Giorgio Almirante diventa segretario del MSI, la Grecia dopo un referendum diviene una repubblica, sotto la guida del colonnello Georgios Papadopoulos, che era già al potere grazie a un colpo di stato del 1967, ma che ora può essere chiamato Presidente, Andreotti rassegna le dimissioni del suo governo, Forlani cede il posto di segretario della DC ad Amintore Fanfani, che sarà fautore dell'accordo tra DC, PRI, PSDI e PSI che va a formare il quarto governo Rumor, cessano i bombardamenti statunitensi sulla Cambogia, le due Germanie entrano ufficialmente a far parte dell'ONU, Juan Domingo Peron viene eletto presidente dell'Argentina, e in Cile alle elezioni stravince la corrente socialista Unidad Popular, guidata da Salvador Allende, che però durerà meno di un anno, l'11 settembre del 1973 infatti il governo viene rovesciato da un colpo di stasto militare guidato da uno dei più tremendi dittatori della storia, Augusto Pinochet.

Purtroppo però il 1973 è un anno caratterizzato, come dicevo prima, da molti avvenimenti tragici, in Italia come nel resto del mondo, ed è impossibile non parlarne, si comincia con due scandali che scuotono l'opinione pubblica italiana, il primo, e quella statunitense, il secondo: in Italia lo scandalo è quello delle intercettazioni e coinvolge, tra gli altri due dei nomi più importanti della politica dell'epoca, e cioè Giulio Andreotti e Enrico Berlinguer, mentre negli Stati Uniti viene aperta un'inchiesta su segnalazione di due giornalisti del Washington Post per far luce su un meccanismo di spionaggio messo in atto durante la precedente campagna elettorale ai danni dei Democratici, le indagini porteranno alla ufficiale richiesta di impeachment e alle dimissioni dell'allora presidente Richard Nixon, direttamente coinvolto nello scandalo che viene rinominato "Watergate". a Napoli scoppia un'epidemia di colera causata dal deteriorarsi delle condizioni igieniche e dal mancato smaltimento dei rifiuti; l'epidemia arriverà in seguito fino a Bari portando con sè 30 morti e un danno immane per il mercato ittico, Ferdinand Marcos si autonomina presidente a vita delle Filippine, di cui era già spietato dittatore, a Belfast nel cosiddetto "Bloody Friday" esplodono 19 bombe che causano undici vittime e numerosi feriti e un gruppo di terroristi palestinesi attacca un aereo della Pan Am all'Aeroporto di Fiumicino provocando 30 vittime per poi fuggire con 14 ostaggi verso il Kuwait.

E poi i famigerati anni di piombo, nel '73 sono tanti i tristi avvenimenti collegati alla situazione di estremizzazione della politica che caratterizza l'intero decennio, Milano è uno degli epicentri di questa ondata di terrorismo che invade il nostro paese, nel capoluogo lombardo infatti un gruppo di neofascisti sequestra, sevizia e violenta l'attrice e moglie di Dario Fo Franca Rame, impegnata con lui nelle attività di Soccorso Rosso in favore dei detenuti di estrema sinistra, viene pubblicato da alcuni ex militanti di Potere operaio il quindicinale Rosso, il 12 aprile 1973 viene soprannominato il giovedì nero di Milano, quando un corteo non autorizzato del MSI si scontra con la polizia, durante gli scontri una bomba a mano colpisce e uccide l’agente di polizia Antonio Marino, e poi ancora davanti all'Università Bocconi durante scontri tra forze dell'ordine e giovani della sinistra extraparlamentare viene ucciso con un colpo d'arma da fuoco, partito da uomini delle forze dell'ordine, Roberto Franceschi, militante ventunenne del Movimento Studentesco, scoppia la rivolta nelle carceri, l'estremista di destra Nico Azzi rimane ferito dallo scoppio dell’ordigno che stava cercando di piazzare sul treno Torino-Roma, un'altra strage si consuma alla Questura di Milano, dove Gianfranco Bertoli lancia una bomba a mano con l'intento di uccidere il ministro Mariano Rumor, l'attentato non riesce ma 4 persone perdono la vita, Bertoli viene immediatamente fermato e si dichiara anarchico, anche se in seguito si rivelerà poi legato ad ambienti neofascisti, a Roma, nel quartiere di Primavalle, viene appiccato il fuoco alla casa di Mario Mattei, segretario della locale sezione dell'MSI. Muoiono bruciati i figli Virgilio di 22 anni e il piccolo Stefano di 8, mentre fortunatamente gli altri sei componenti della famiglia si salvano. Nel 1986 verranno condannati in via definitiva tre militanti di Potere operaio, mentre sempre nella capitale, il 10 luglio, viene Rapito Paul Getty III, nipote di Jean Paul Getty, petroloiere che all'epoca vantava il titolo di uomo più ricco del mondo. Per sollecitare il pagamento, i sequestratori tagliano un orecchio al ragazzo e lo fanno recapitare alla famiglia, la liberazione avverrà cinque mesi dopo, a fronte di un riscatto miliardario, e poi ancora tanti, troppi atti di terrorismo e violenza, di cui non si può certo andare fieri ma che proprio per questo vanno ricordati.

Ma per fortuna non c'è solo la politica a fare notizia, negli anni '70 si muovono importanti passi per quel che riguarda il progresso, e in questo senso il 1973 viene ricordato per diversi avvenimenti, tra cui sicuramente il lancio di 4 sonde spaziali russe verso Marte, la prima di queste non riesce ad entrare nell'orbita del pianeta rosso, mentre le altre tre spedizioni vanno a buon fine e le sonde riescono a comunicare con la terra inviando alcuni dati, e poi Martin Cooper è il primo a compiere un gesto che per l'epoca ha del fantascientifico, il 3 aprile del 1973 infatti l'inventore statunitense effettua la prima telefonata con un telefono cellulare. E poi entra nella storia del progresso tecnologico il re del rock'n'roll, il 14 gennaio infatti il concerto "Aloah from Hawaii" di Elvis è il primo concerto della storia ad essere trasmesso in tutto il mondo via satellite, insomma, il re è sempre il re.... E poi altri avvenimenti di un sacco di ambiti diversi, muoiono Pablo Neruda, probabilmente uno dei più grandi geni della poesia e della letteratura moderna, e Abebe Bikila, storico maratoneta etiope medaglia d'oro alle olimpiadi di Roma 1960 e Tokyo 1964, viene inaugurato il World Trade Center di New York e vengono aperte al pubblico le Torri Gemelle, la Juventus vince il suo 15º scudetto sconfiggendo all'olimpico la Roma per 2 a 1 con goal di Altafini e Cuccureddu, Novella Calligaris diventa campionessa mondiale degli 800m stile libero a Belgrado, stabilendo il nuovo record del mondo con il tempo di 8'52"97 e la nazionale italiana di calcio espugna per la prima volta nella sua storia lo stadio di Wembley con un gol di Fabio Capello.

Sono ancora molti gli avvenimenti del 1973, e in un anno così ricco di episodi da ricordare poteva mancare il cinema? No di certo! Alla cerimonia degli oscar rimangono le briciole dopo il passaggio di "Il padrino" e "Cabaret", che si portano via praticamente tutti i premi, e intanto nelle sale cinematografiche i film in uscita cominciano ad aumentare a dismisura, grazie anche alla rivoluzione culturale che citavo all'inizio di questo post, nascono dei miti, tra i registi e tra gli attori, ed escono film da scrivere a grassetto negli annali, si va dall'inarrivabile "Amarcord" capolavoro assoluto di Federico Fellini e quello ancora oggi più amato di tutta la carriera del Maestro, fino a "Jesus Christ Superstar", a mio modesto modo di vedere il miglior musical della storia, che racconta sottoforma di opera rock la vita di Gesù, con Ted Neeley nelle vesti del messia, ma soprattutto un superlativo Bob Bingham in quelle del sommo sacerdote Caifa, e poi "Agente 007 - Vivi e lascia morire", ottavo capitolo delle avventure dell'agente segreto più famoso e più elegante del Regno Unito, interpretato per la prima volta da Roger Moore, "Il giorno dello sciacallo" di Fredd Zinnemann, "Baba Yaga", film horror tratto non si sa bene come dai fumetti "Valentina" di Guido Crepax, "Papillon", con il grandissimo Steve McQueen, "La rabbia giovane", film drammatico con Martin Sheen che consiglio vivamente a chi non l'abbia mai visto, "La stangata", altro film epico con Paul Newman e Robert Redford probabilmente nelle loro rispettive migliori interpretazioni, accompagnate più che degnamente da una delle colonne sonore più famose di sempre, "The entertainer" di Scott Joplin, "Gli ultimi 10 giorni di Hitler" di Ennio De Concini, "Giovannona coscialunga, disonorata con onore", commedia piccante all'italiana con l'intramontabile Edwige Fenech e Pippo Franco, "Anche gli angeli mangiano fagioli" con Giuliano Gemma e Bud Spencer, "Piedone lo sbirro" sempre con il grande Bud, e "Il mio nome è Nessuno", con il suo compare Terence Hill, e poi ancora "Robin Hood", uno dei migliori film di animazione della Disney, il mitico "American graffiti" di George Lucas, "Una 44 Magnum per l'ispettore Callaghan", secondo film della saga del poliziotto di San Francisco interpretato da Clint Eastwood, "L'esorcista", film horror destinato a segnare un'epoca, "I tre moschettieri", "I tre dell'Operazione Drago" con Bruce Lee, "La lettera scarlatta", tratto dall'omonimo romanzo di Nathaniel Hawthorne, e "Serpico", magistrale film diretto dal recentemente defunto Sidney Lumet che narra la vera storia dell'integerrimo poliziotto Frank Serpico, interpretato da un immenso Al Pacino, che scopre, indaga e denuncia un giro di corruzione interno alla polizia Newyorkese.

Ormai vi sarete stufati, ma adesso arriva il bello, si parla di musica, e che musica! Voi che mi leggete lo sapete benissimo, gli anni '70 sono il periodo d'oro della musica, l'apoteosi delle nuove idee, delle ispirazioni e di tutto quello che ne deriva, generi nuovi, sperimentazioni, band neonate, supergruppi, esibizioni live, esagerazioni, provocazioni, insomma, qualsiasi cosa che negli ultimi 40 anni sia stata collocata, anche in parte, nell'ambito della musica deve qualcosa a un decennio eccezionale come gli anni '70, checchè ne dicano alcuni rapper e hip-hopper dei giorni nostri....

Il 1973, come tutti gli anni di questo periodo, è un fiorire di album, band, etichette discografiche e chi più ne ha più ne metta, infatti, mentre si sciolgono due formazioni fondamentali del rock anni'60, i Free dell'attuale attuale frontman dei Queen, Paul Rodgers e i Doors del Re Lucertola Jim Morrison, deceduto due anni prima, nascono cinque gruppi che se accostati diventano significativi della varietà musicale caratteristica del decennio, sto parlando dei Cabaret Voltaire, pilastri dell'elettronica e di quel protopunk la cui bandiera sarà poi in futuro degnamente portata da nomi come Iggy Pop o Billy Idol, i truccatissimi Kiss di Gene Simmons e Paul Stanley, che in quasi 40 anni di carriera hanno spaziato dal metal fin quasi al pop, gli Squallor, pionieri italiani della musica demenziale, i Twisted Sisters, tanto travestiti quanto bravi, e gli AC/DC, di Angus Young e Bon Scott.

Inoltre quasi tutta la prima metà degli anni '70 è il periodo di maggior diffusione del rock progressivo e psichedelico, che nel 1973 invade letteralmente l'Italia con una vera e propria ondata di band emergenti e album, come "Acqua Fragile", omonimo album d'esordio di una delle più importanti band italiane del genere (nonostante i soli tre album pubblicati sono arrivati ad aprire concerti di gruppi del calibro di Soft Machine, Uriah Heep e Gentle Giant), e poi "Alphataurus", altro album omonimo di debutto, "Arbeit Macht Frei" primo album dei mitici Area, "Campo di Marte" sempre omonimo e sempre di debutto, "Come un vecchio incensiere all'alba di un villaggio deserto", virata progressive di Alan Sorrenti, "Clowns", album stavolta di fine carriera dei Nuova Idea, "Contaminazione" dei Rovescio della Medaglia, "Dedalus" dei neonati omonimi, "Dedicato a Frazz", primo e unico album dei Semiramis, "Felona e Sorona" delle Orme, "Guarda giù dalla pianura" di una delle tantissime formazioni degli Stormy Six, "Io non so da dove vengo e non so dove mai andrò. Uomo è il nome che mi han dato" dei De De Lind, successivamente riedito diverse volte, "Vietato ai minori di 18 anni?" dei Jumbo, "Io sono nato libero" dei Banco del mutuo soccorso, "Melos" dei Cervello, "Photos of Ghosts", primo album internazionale della PFM, "Riflessioni: idea d'infinito", altro esordio discografico, questa volta dei Dalton, "L'Uovo di Colombo" dei L'Uovo di Colombo, "Zarathustra", primo 33 giri dei Museo Rosenbach, e poi, tra tutti gli altri, gli album di debutto di due band formatesi dalle ceneri dei grandissimi New Trolls, e cioè "Canti d'innocenza canti d'esperienza" degli Ibis e "N.T. Atomic System" dei New Trolls Atomic System.

Insomma, il 1973 è un anno musicalmente ricchissimo anche per il nostro paese, e non soltanto per quel che riguarda il rock progressivo, ma per tutti i generi, dai più sperimentali ai più commerciali, da quelli classici a quelli moderni, esattamente come succede in tutto il resto del mondo, in cui i generi musicali si mescolano e si sviluppano nuove correnti artistiche e musicali, e poi, grazie anche alla grandissima diffusione dei mezzi di comunicazione, nascono nuove stazioni radio e nuove etichette discografiche, e di conseguenza i negozi di dischi sono constretti a comprare degli scaffali più grandi per fronteggiare l'immensa ondata di novità che li travolge, oltre ai nuovi album infatti cominciano a comparire le raccolte, i best of, le antologie e gli album live, cosa che porta molti soldi al mercato discografico senza bisogno di nuovi brani o nuove registrazioni, e che man mano prenderà sempre più piede. Tra i dischi che si potevano trovare nel 1973 ce n'è per tutti i gusti, da "...E mi manchi tanto" degli Alunni del sole al debutto omonimo degli Aerosmith, da "The Monty Python Matching Tia and Handkerchief" di Terry Gilliam e soci fino a "Aloha from Hawaii: Via Satellite", registrazione del live di Elvis di cui parlavo prima, "Amanti di valore" della "Tigre di Cremona" Mina, "Approximately Infinite Universe" e "Feeling the Space" di Lady Lennon Yoko Ono, "pronounced leh-nérd skin-nérd", album di esordio dei Lynyrd Skynyrd, disco che contiene uno dei più lunghi e begli assoli di chitarra della storia del rock, quello di "Free bird", dedicato al defunto Duane Allman, "Ashes Are Burning" dei Renaissance, "Bachman-Turner Overdrive II", secondo album dei BTO, "Band on the Run" degli Wings di Paul McCartney, "The Best of Status Quo", "The Best of The Doors", le due antologie dei Fab Four "The Red Album (1962-1966)" e "The Blue Album (1967-1970)", che raccolgono il meglio dei quattro scarafaggi di Liverpool, "Sabbath Bloody Sabbath" di Ozzy e compagni, "More Creedence Gold" e "Live in Europe", rispettivamente seconda raccolta e primo live dei Creedence Clearwater Revival, "ELO 2" e "On the third day" della Electric Light Orchestra, "Non farti cadere le braccia" del cantastorie rock italiano Edoardo Bennato, "Nine" e "Rosie" dei Fairport convention, "History of the Grateful Dead, Volume One (Bear's Choice)", registrato live al Fillmore East di New York, "Berlin" di Lou Reed, "No! Mamma, no!", debutto discografico del nostro Renato Zero, "Tres Hombres" dei barbutissimi ZZ Top, "Closing time", con cui ha inizio la strabiliante carriera di Tom Waits, "Vagabonds of the Western World" dei Thin Lizzy, lo storico "Quadrophenia" degli Who, tre grandi album degli Wailers di Bob Marley, "African Herbsman", "Catch a Fire" e "Burnin'", che contiene la sempiterna "Get up, Stand up", "Il bosco degli amanti" di Ron, "Goats Head Soup" e "No Stone Unturned" degli Stones, "Time Fades Away", primo live di Mr. Neil Young, "Cyborg" di Klaus Schulze, "Houses of the Holy" dei quattro del dirigibile, "Live and Let Die", album degli Wings che fa da colonna sonora all'omonimo film di James Bond, "Il nostro caro angelo" di Battisti, "I Nomadi cantano Guccini", che contiene due cover eccezionali come "Dio è morto" e "Canzone per un'amica", "Mind Games" di John Lennon, "A passion play", grandissimo album dei Jethro Tull, "Viva Chile!", primo album registrato in Italia dagli Inti-Illimani durante il periodo di esilio forzato a causa della dittatura di Pinochet, "I magnifici camaleonti", "Angel's Egg" e "Flying Teapot" dei Gong, pilastri portanti di prog e psichedelia, "Far finta di essere sani" del Signor G., "Mistery to me" e "Penguin" dei Fleetwood Mac, "Opera buffa" di Guccini, "Sulle corde di Aries" di Battiato, "Don't Shoot Me I'm Only the Piano Player" e "Goodbye Yellow Brick Road" di Sir Elton John, "Foreigner" di Cat Stevens, "Billion Dollar Babies" e "Muscle of Love" di Sua Mostruosità Alice Cooper, "Nostalrock" di Celentano, "I've got so much to give" e "Stone Gon'", rispettivamente primo e secondo album della voce più calda e profonda della storia, quella di Barry White, "Tyranny and Mutation" dei Blue Öyster Cult, e poi ancora, "Dylan", del menestrello Bob, "Greetings from Asbury Park", debutto del boss Bruce Springsteen, "These Foolish Things", primo di Bryan Ferry, "Camel" del progressivissimo gruppo omonimo, "Future days" dei Can, "Desperado" degli Eagles, "In concert" dei Derek & the Dominos di Mr. Slowhand Eric Clapton, "Raised on Rock/For Ol' Times Sake" di Re Elvis, "Genesis live" di Phil Collins e soci, che nello stesso anno se ne escono con quello che probabilmente è il loro miglore album di sempre, e cioè "Selling England by the Pound", "Storia di un impiegato", album involontariamente troppo politico dell'immenso Fabrizio De Andrè, "Aladdin Sane" del duca bianco David Bowie, "Alice non lo sa" di De Gregori, e poi "A nice pair", terza uscita discografica dei Pink Floyd, sottoforma di cofanetto che comprende i primi due album, "The piper at the gates of dawn" e "A saucerful of secrets", e che fa da preludio all'immenso "The dark side of the moon", sempre del 1973, "Ridin' the Storm Out" dei REO Speedwagon, "Over-Nite Sensation" di quel geniaccio di Frank Zappa, "Cosmic slop" dei Funkadelic, "Living in the Material World" di George Harrison, "Larks' Tongues in Aspic" dei King Crimson, "Anidride solforosa" di Lucio Dalla, "Tubular bells" di Mike Oldfield, "Neu! 2", "Love devotion surrender" di Santana, "Hello!" degli Status Quo, "Beginnings", riedizione dei primi due album e "Brothers and Sisters" della Allman Brothers band, "Sweet freedom" degli Uriah Heep, "Squeeze" dei Velvet Underground, "Brain Salad Surgery" del supergruppo Emerson, Lake & Palmer, "Ol' Blue Eyes Is Back", debutto di Frank "The Voice" Sinatra, "Moving on", album live di John Mayall registrato al Whiskey a Go-Go, "No Pussyfooting", prima collaborazione tra Robert Fripp e Brian Eno, "Recorded live" dei Ten years after, e poi album di Deep Purple, Equipe 84, Jackson Browne, Rory Gallagher, Stooges, Canned Heat, Henry Cow e tanti, tanti tanti altri.

Insomma, nel 1973 se si voleva comprare un disco c'era l'imbarazzo della scelta, lo stesso imbarazzo della scelta che avrei io nello scegliere il disco di cui parlarvi; uso il condizionale perchè a questo lunghissimo elenco di titoli ne manca uno che non potevo non scegliere, visto che è il disco d'esordio di una delle più grandi band della storia della musica....

La storia comincia qualche anno prima, alla fine degli anni '60, quando da una band londinese di nome "Sour Milk Sea" se ne va Farrokh "Freddie" Bulsara, pianista e cantante originario di Zanzibar che entra poco dopo a far parte degli Smile, gruppo di cui facevano già parte due dei suoi successivi storici compagni, e cioè Brian May e Roger Taylor, i tre cominciano a comporre e a suonare insieme, cambiando diversi bassisti, finchè nel 1971 John Deacon fa capolino alla loro porta andando ad inserirsi come ultimo tassello di una formazione a dir poco eccezionale.... Il quartetto si mette al lavoro, e tra nuovi brani composti e pezzi scritti in precedenza dai vari componenti della band, i quattro provano e selezionano dieci pezzi, che all'inizio del 1972 sarebbero già pronti per diventare la tracklist del loro primo disco ufficiale, non fosse per il fatto che il gruppo fatica, sembra assurdo ma è così, a trovare una casa discografica che li assuma e che gli dia la possibilità di registrare i loro pezzi, i quattro fortunatamente non si arrendono e tra mille peripezie riescono a strappare un contratto con la EMI per l'incisione del loro primo album; durante questo periodo si chiude anche il cerchio della nascita del mito, con tre trovate di Freddie, la prima è il cambio di nome per il gruppo, dopo una proposta che lui stesso spiega così:

"Ho pensato al nome Queen. È solo un nome, ma è molto regale ovviamente, e suona benissimo. È un nome forte, molto universale e immediato. Ha molte potenziali visuali ed è aperto a tutti i tipi di interpretazioni."

La seconda è il logo del gruppo, disegnato sempre da Freddie, composto da due leoni, segno zodiacale di Roger Taylor e John Deacon a guardia della corona della regina, messa al centro di una grande Q, un granchio che simboleggia il cancro, segno zodiacale di Brian May, e due fate che invece rappresentano la vergine, segno di Freddie, il tutto sovrastato da un'enorme araba fenice, a simboleggiare immortalità e speranza. La terza trovata riguarda personalmente Freddie, che dopo aver composto "My Fairy King", ripensando a uno dei versi vede la figura di sua madre nel verso da lui stesso composto e decide di cambiare il suo nome in quello che si imprimerà a fuoco nella storia del rock e nella memoria di ogni amante della buona musica sulla faccia della terra, Freddie Mercury....

Con questi presupposti, e dopo mesi e mesi passati a registrare, missare e, in alcuni casi, ricominciare tutto da capo, il 13 luglio del 1973 esce ufficialmente nel Regno Unito il primo album dei Queen, intitolato semplicemente "Queen", che viene poco promosso dalle stazioni radiofoniche e inizialmente non viene visto molto di buon occhio dalla critica che arriva addirittura a definirlo "osceno", giudizio che, come spesso è successo, è destinato a cambiare col passare del tempo. Il suono dei Queen è influenzato dal dilagare del rock progressivo, ma ha già qualcosa di caratteristico, una sorta di classicità anche nei pezzi più sperimentali e hard-rock, una inconfondibile mescolanza tra la melodia e una carica da far tremare i muri, un'energia che mai li abbandonerà nella loro carriera, nonostante la virata commercialeggiante degli anni '80; questa energia diventa poi un'apoteosi di suoni e sensazioni durante le esibizioni dal vivo, che li faranno entrare nell'olimpo dei mostri sacri; buona parte del merito di tutto questo va a Freddie, per come la vedo io il più grande frontman di sempre, migliore anche di gente come Jim Morrison, Roger Daltrey o Robert Plant, Freddie era capace di trascinare folle da decine di migliaia di persone con un solo acuto, era in grado di trasmettere le sue vibrazioni ad ogni spettatore, e ci riesce ancora oggi a quasi 20 anni dalla sua morte, basta guardare un video per accorgersene, Freddie e i Queen hanno sempre colpito proprio dove la musica deve andare a colpire.

"Queen", come dicevo, non riscuote subito un grandissimo successo, anche perchè in mezzo all'enorme mole di pubblicazioni del periodo inizialmente viene inquadrato come l'ennesimo album progressive rock, ma ben presto il pubblico si accorge dell'errore di valutazione, in "Queen" convivono hard rock e psichedelia, sogno e rabbia, energia e dolcezza, ogni brano è capace di suscitare emozioni fortissime e a volte contrastanti, basta il primo ascolto per farsi conquistare da un album come questo, di cui potrei andare avanti ore a parlare, e a me bastano pochi secondi di intro per scegliere quale brano farvi ascoltare....

Non c'è bisogno di nessuna spiegazione quando si parla delle canzoni dei Queen, e allora se dopo questo sproloquio infinito siete ancora vivi vedete di restarci! Per voi, questa è la prima pagina della storia di un mito, questi sono i Queen e questa è "Keep yourself alive"....

domenica 10 aprile 2011

Sit-Rock: La musical commedia - The winner is....



Ciao a tutti!

Bene, è arrivato il momento di premiare la miglior Sit-Rock, il sondaggio ha decretato il vincitore, anzi, la vincitrice.... The winner is... Fed Zeppelin! Complimentoni! ^_^

Per chi se la fosse persa ecco la compilation vincente:

Inferno
1. Blind Guardian - Fly
2. Queen - A kind of magic
3. Muse - Undisclosed Desires
4. The Beatles - Michelle
5. Europe - Carrie
6. Metallica - My Friend of Misery
7. Faith No More - Epic

Purgatorio
1. Queen - Bijoux
2. Led Zeppelin - That's the way
3. Muse - Take A Bow
4. Savatage - Sirens
5. Metallica - The Unforgiven I
6. The Beatles - Yesterda
7. David Bowie - Let's Dance

Paradiso
1. Savatage - Gutter Balle
2. Blind Guardian - Mirror Mirror
3. Led Zeppelin - Immigrant Song
4. Deep Purple - Burn
5. Black Sabbath - Paranoid
6. Pink Floyd - Brain Damage
7. Jethro Tull - Skating Away


A domani per il prossimo post....

ROCK ON!

giovedì 7 aprile 2011

R.I.P. Scott.... Ci mancherai....



L'ho scoperto adesso, e ci sono rimasto così male che per ora l'idea che avevo per il post va a farsi fottere.... Tre giorni fa' se n'è andato Scott Columbus, storico batterista dei Manowar, ancora non è chiaro come e perchè, quel che è ufficiale è che lui non c'è più.... Un altro grande che se ne va....

Ciao Scott, continua a picchiare i tamburi anche dove sei ora.... Ci mancherai....




martedì 5 aprile 2011

1994 - 2011 Ciao Kurt....


 

Lake of fire (Meat Puppets Cover) (Nirvana - MTV Unplugged - 1994)

Where do bad folks go when they die?
They don't go to heaven where the angels fly
They go down to the lake of fire and fry
Won't see them again till the fourth of July

I knew a lady who came from Duluth
She got bit by a dog with a rabid tooth
She went to her grave just a little too soon
And she flew away howling on the yellow moon

Where do bad folks go when they die?
They don't go to heaven where the angels fly
They go down to the lake of fire and fry
Won't see them again till the fourth of July

Now the people cry and the people moan
And they look for a dry place to call their home
And try to find some place to rest their bones
While the angels and the devils
Fight to claim them for their own

Where do bad folks go when they die?
They don't go to heaven where the angels fly
They go down to the lake of fire and fry
Won't see them again till the fourth of July

Traduzione - Lago Di Fuoco

Dove va la gente cattiva quando muore?
Non vanno in paradiso dove volano gli angeli
Vanno giù nel lago di fuoco e frittura
Non li vedrai più fino al 4 luglio

Conoscevo una donna che veniva da Duluth
È stata morsa da un cane con un dente rabbioso
È andata nella fossa un po' troppo presto
Ed è volata via ululando alla luna gialla

Dove va la gente cattiva quando muore?
Non vanno in paradiso dove volano gli angeli
Vanno giù nel lago di fuoco e frittura
Non li vedrai più fino al 4 luglio

Ora la gente piange e la gente si lamenta
E cerca un posto asciutto da chiamare casa
E cerca di trovare un qualche posto per far riposare le ossa
Mentre gli angeli e i demoni
Cercano di farle loro

Dove va la gente cattiva quando muore?
Non vanno in paradiso dove volano gli angeli
Vanno giù nel lago di fuoco e frittura
Non li vedrai più fino al 4 luglio


lunedì 4 aprile 2011

Recensione - Hell in the club - Let the games begin

Ciao a tutti!

Bene, eccomi qui finalmente con la mia nuova recensione, oggi vi parlo di una band di casa nostra e del suo album di debutto....

Gli Hell in the club nascono ad Alessandria dalla collaborazione tra i componenti di importanti gruppi hard rock e metal in Italia, gli Hell in the club rispondono ai nomi di Davide "Damna" Moras, detto Dave, già voce e frontman degli Elvenking, Andrea Piccardi detto "Picco", chitarrista di Wrathchild e Seventhone, tribute band degli Iron Maiden la prima e dei Toto la seconda, Andrea "Andy" Buratto e Federico Pennazzato, rispettivamente bassista e batterista dei Secret Sphere.

I quattro collaborano da un paio d'anni circa, ma il loro ufficiale debutto discografico è datato gennaio 2011, con l'uscita del loro primo album, composto da 12 tracce che mescolano le scariche elettriche dell'hard rock più classico e del metal alla melodia di un rock che prende ispirazione direttamente dagli anni '80, da gruppi come Guns N'Roses, Bon Jovi, Van Halen, Skid Row, Motley Crue Aerosmith e da tutto quel panorama di band americane tra il glam e il metal, l'album si intitola "Let The Games Begin",  letteralmente "Che i giochi abbiano inizio", e allora cominciamo ad ascoltarlo!

Si parte con "Never turn my back", che comincia con un intro di circa 40 secondi fatto di suoni elettronici spezzati da una rullata seguita da una chitarra decisamente hard rock e una voce che ricorda lo stile del lato cattivo di Bon Jovi. Si continua poi con il ritmo incalzante e veloce di "Rock down this place", che esplode letteralmente nelle orecchie già dal primo secondo e con i suoi elettrici tre minuti e mezzo conferma e sottolinea la vena hard rock di tutto l'album, decisamente ottima la chitarra che regala anche un paio di assoli niente male nel mezzo. Chitarra che parte distorta all'inizio di "On the road", terza traccia dell'album su cui incombe l'ombra di "Have a nice day" di Bon Jovi, è molto simile infatti la batteria iniziale ed anche il timbro della voce, e questa è tutt'altro che una critica, decisamente buono anche questo pezzo.

La quarta traccia, "Natural born rockers", è leggermente diversa dalle prime tre, parte infatti con una chitarra a metà tra il folk accelerato e il punk rock, per poi virare decisamente verso sonorità hard rock e heavy/power metal, un po' in stile Van Halen per intenderci, personalmente è la mia preferita,  e nonostante la differenza di genere di certo non abbassa il ritmo tenuto finora dalle tre tracce precedenti, ritmo che è decisamente alto e che non accenna a calare molto nemmeno con la canzone successiva, e cioè "Since you're not here", che, seppur meno grezza ed esplosiva delle altre, fa battere il piede senza troppi complimenti...

Con "Another saturday night" si devia verso un glam rock tipicamente anni '80, con la chitarra in primo piano e un ritmo divertente e quasi ballabile, ma la spensieratezza dura soltanto tre minuti, perchè a fermarla arrivano batteria e chitarra in 4/4, è il momento di alzare il bicchiere per l'hard rock tra AC/DC e Aerosmith di "Raise your drinkin' glass". Hard rock tosto che continua dopo il giro di boa con i due pezzi successivi, "No appreciation" "Forbidden fruit", il primo decisamente esplosivo e coinvolgente, e il secondo con venature alternative rock mescolate con il più classico dei rock anni'80. Anche qui il suond tipico dei Bon Jovi si nota, influenza che diventa evidente nella successiva "Star", ballata acustica di 5 minuti in cui i quattro piemontesi prendono parecchi spunti dalla band del New Jersey e lo fanno decisamente bene....

La chitarra sfumata degli ultimi secondi di "Star" lascia spazio a alla batteria marcata di "Daydream boulevard", penultima traccia del disco che nonostante i quattro minuti di durata fila via in un attimo e porta dritti dritti all'ultima traccia, "Don't throw in the towel", un pezzo hard rock '80 che più classico non si può, giusto finale di un album di debutto come non se ne sentivano da un po', soprattutto in Italia.

Insomma, se il curriculum di questi quattro non bastasse, questo debutto è un gran bel biglietto da visita, un album senza troppi fronzoli, di quelli da ascoltare in macchina a volume alto, 45 minuti di ottimo rock, e in più made in Italy...

Sul sito della band, per la precisione qui, potete ascoltare degli estratti da un minuto e mezzo di ogni brano, fateci un salto e poi ditemi che ne pensate! ^_^

ROCK ON!

venerdì 1 aprile 2011

Nell'attesa....



Nell'attesa di alzare il sipario sulla recensione che sto terminando sparatevi un buon quarto d'ora di chitarra come Dio comanda!

Signore e Signori, vi lascio nelle ottime mani di Mr. Yngwie J. Malmsteen!






Sit-Rock: La Musical Commedia - Votazione



Ciao a tutti!

Prima del prossimo post devo rimediare a una dimenticanza (grazie Massi per avermelo ricordato ^_^)

Non avevo ancora dato inizio alle votazioni per la Sit-Rock, quindi tra meno di un minuto sulla colonna di sinistra comparirà come sempre il sondaggio, date la vostra preferenza!

Eccovi qui di seguito le compilation in gara:

Lozirion
Inferno
1. Led Zeppelin - All My Love
2. Nirvana - Sifting
3. Deep Purple - Holy Man
4. Joni Mitchell - Coyote
5. Guns N'Roses - One in a million
6. Jethro Tull - Heavy Horses
7. Soft Machine - Tarabos

Purgatorio
1. Radiohead - Karma Police
2. Fleetwood Mac - Everywhere
3. Motorhead - Rock Out
4. Patti Smith - Ask The Angels
5. Aerosmith - Crazy
6. Negrita - R.J. Angelo Ribelle
7. Beatles - Penny Lane

Paradiso
1. Pink Floyd - Interstellar overdrive
2. Neil Young - Hey Hey, My My
3. Jimi Hendrix - Little Wing
4. Rolling Stones - Ruby Tuesday
5. Elvis Presley - In the ghetto
6. J.J. Cale - Cocaine
7. The Who - Behind blue eyes

Fed Zeppelin
Inferno
1. Blind Guardian - Fly
2. Queen - A kind of magic
3. Muse - Undisclosed Desires
4. The Beatles - Michelle
5. Europe - Carrie
6. Metallica - My Friend of Misery
7. Faith No More - Epic

Purgatorio
1. Queen - Bijoux
2. Led Zeppelin - That's the way
3. Muse - Take A Bow
4. Savatage - Sirens
5. Metallica - The Unforgiven I
6. The Beatles - Yesterda
7. David Bowie - Let's Dance

Paradiso
1. Savatage - Gutter Balle
2. Blind Guardian - Mirror Mirror
3. Led Zeppelin - Immigrant Song
4. Deep Purple - Burn
5. Black Sabbath - Paranoid
6. Pink Floyd - Brain Damage
7. Jethro Tull - Skating Away

Massi
Inferno
1. Robert Johnson - Hellhound On My Trail
2. Black Sabbath - Disturbing The Priest
3. Eagles - Hotel California
4. The Beatles - Revolution 9
5. The Rolling Stones - Symphaty For The Devil
6. Iron Maiden - The Number Of The Beast
7. Nine Inch Nails - Only (Clean)

Purgatorio
1. Bob Seger - Against The Wind
2. Black Country Communion - Medusa
3. Massive Attack - Teardrop
4. Pink Floyd - Welcome To The Machine
5. King Crimson - Starless and Bible Black
6. The Doors - The Ghost Song
7. Led Zeppelin - Stairway To Heaven

Paradiso
1. Pearl Jam - Alive
2. Bob Dylan - Knockin' On Heaven's Door
3. Black Sabbath - Heaven And Hell
4. Radiohead - No Surprises
5. Fabrizio De Andrè - Anime Salve
6. Fleetwood Mac - Oh Well
7. Gov't Mule - Soulshine

ξяιѕ_LεтLоvεRυℓε
Inferno
1. Ska-P - Derecho De Admsion
2. Litfiba - Sole Nero
3. Deep Purple - Smooke On The Water
4. Santana - Samba Pa Ti
5. Metallica - Fear Of The Dark
6. Subsonica - Alta Voracità
7. Depeche Mode - Enjoy The Silence

Purgatorio
1. Pantera - Floods
2. Led Zeppelin - Starway To Heaven
3. Guns'n'roses - Patience
4. Within Temptation - Angels
5. The Darkness - Holding My Own
6. The Police - Every Breath You Take
7. Stevie Wonder - Superstition

Paradiso
1. The Cure - Just Like Heaven
2. The Red Jumpsuit Apparatus - Your Guardian Angel
3. Subsonica - Dentro I Miei Vuoti
4. Nickelback - If Everyone Cared
5. Santa Feat. Steven Tyler - Just Feel Better
6. Elvis Presley - Suspicious Mind
7. Fabrizio De Andrè - Dolcenera


Ora, come direbbe Carlo Conti per Miss Italia, do ufficialmente il via al televoto!
E che vinca il migliore! ^_^

A tra poco per il prossimo post....

ROCK ON!