giovedì 30 giugno 2011

Sit-Rock: Decenni in musica - Parte I - Anni '60, And the winner is....


Ciao a tutti!

Posso ufficialmente annunciare la chiusura del sondaggio sulle Sit-Rock!

Visto che questo è il primo di cinque capitoli ho pensato di stilare una classifica, così alla fine vedremo chi la spunta.... ^_^

I punti vengono assegnati soltanto ai primi tre classificati, quindi il primo classificato si piglia ben 10 punti, il secondo classificato ne porta a casa 6 e il terzo 4, tutti gli altri, come si dice dalle mie parti, vincono la coppa del nonno (Che tra l'altro è il mio gelato preferito....)

Per questa prima tornata abbiamo un verdetto, forse un po' aiutato da una campagna elettorale spietata, ma a dir poco netto....

Terza classificata, con il 10% di preferenze è Fed Zeppelin
Ecco la sua lista:

1. The Beatles - A Taste of Honey
 2. Pink Floyd - Astronomy Domine
 3. The Byrds - Turn! Turn! Turn! (to Everything There is a Season)
 4. The Animals - The House of the Rising Sun
 5. The Who - Pinball Wizard
 6. The Beatles - Happiness Is a Warm Gun
 7. The Rolling Stones - Ruby Tuesday
 8. Led Zeppelin - Communication Breakdown
 9. Simon and Garfunkel - Mrs. Robinson
10. Bob Dylan - The Times They Are A-Changin'
11. Beach Boys - Good vibrations
12. The Mamas & The Papas - California Dreamin’
13. The Rolling Stones - Paint it black
14. Jethro Tull - Song for Jeffrey
15. Led Zeppelin - Dazed and Confused
16. Beach Boys - Surfin' USA
17. Elvis Presley - Suspicious Minds
18. Grateful Dead - Sitting on Top of the World
19. Otis Redding- Sittin’ on the Dock of the Bay
20. Chuck Berry - Goodnight sweetheart, well it's time to go

Sul secondo gradino del podio, con il 24% di voti c'è Marco (Cannibal Kid)!
Ed ecco a voi la lista cannibale:

 1. Rolling Stones – Paint it black
 2. Dick Dale & the Del-Tones – Misirlou
 3. Little Eva – The Loco-Motion
 4. Beatles – Across the Universe
 5. Zombies – She’s not there
 6. Audrey Hepburn – Moon River
 7. Louis Armstrong – What a Wonderful World
 8. Mina – Le mille bolle blu
 9. Lucio Battisti – Dieci ragazze
10. Ronettes – Be my baby
11. Marvin Gaye & Tammi Terrell – Ain’t no mountain high enough
12. Dusty Springfield – Son of a preacher man
13. Nina Simone – Sinnerman
14. Supremes – Baby Love
15. Jefferson Airplane – White rabbit
16. Monkees – Daydream Believer
17. Frank Sinatra – Strangers in the night
18. David Bowie – Space Oddity
19. Etta James – At last
20. Doors – The End 

Infine la prima sfida, con niente popò di meno che il 48% di preferenze, se la porta a casa Chaillrun! Complimenti! ^_^
Qui di seguito la compilation vincente:

 1. The Trashmen - Surfin' Bird
 2. Paul Anka - Diana
 3. Platters - Smoke Gets In Your Eyes
 4. The Doors - My eyes have seen you
 5. The Mamas & The Papas - California Dreamin'
 6. Bob Dylan - The Times they are A-changin'
 7. Tim Buckley - morning glory
 8. Leonard Cohen – Suzanne
 9. Johnny Cash - Ring of Fire
10. Van Morrison - Brown Eyed Girl
11. Led Zeppelin - Babe I'm Gonna Leave You
12. The Beatles – Michelle
13. Rolling Stones - The Last Time
14. Bob Dylan - All Along The Watchtower
15. Jackson 5 – ABC
16. The True - Lyrics to Louie Louie
17. Dionne Warwick - Walk On By
18. Johnny Cash - Ring of Fire
19. Bee Gees - Mr. Jones
20. The kinks - You really got me

Complimenti comunque a tutti, e vediamo come andrà con il secondo capitolo, che sarà dedicato ovviamente a quel turbinìo di creatività che sono stati gli anni '70 e che partirà tra qualche giorno....
Nel frattempo potete vedere la classifica al termine della prima sfida qui nella colonna di destra....

A tra poco per il prossimo post!
ROCK ON!

martedì 28 giugno 2011

Gods Of Metal 2011 - Un salto indietro di 30 anni....


Ciao a tutti!

Chiedo venia per il ritardo nel pubblicare questo post ma questo weekend è stato decisamente provante e di tempo per il blog non ne ho avuto per niente....

Ma veniamo al succo. Come anticipavo giovedì, quest'anno il Gods Of Metal è stato diverso dal solito, per tutta una serie di cause che nel bene o nel male hanno portato alcuni cambiamenti.... Il primo di questi fattori sicuramente è la data; solitamente la manifestazione si svolge in 2 o, come l'anno scorso, 3 giorni, mentre quest'anno è stato a data unica; in più, a differenza delle precedenti edizioni, la data in questione era infrasettimanale, cosa che purtoppo porta come conseguenza una riduzione di pubblico non indifferente. L'affluenza infatti era decisamente in calo, soprattutto in relazione allo spazio disponibile.

Anche la location purtroppo non ha giovato, perchè, sempre per tornare sull'argomento della scarsa cultura da festival che c'è nel nostro paese, e di cui parlava il buon Massi qualche giorno fa, non si può, dico io, pensare di organizzare un festival che dura dalla mattina fino a tarda sera in un posto come l'arena concerti della fiera di Rho. Per chi non conoscesse il posto, la fiera di Rho è uno dei poli fieristici più grossi d'italia, il che è cosa buona e giusta se si pensa di portare migliaia di persone, perchè lo spazio è davvero enorme; il problema però è che, essendo un luogo utilizzato per fiere industriali e commerciali, non c'è nemmeno l'ombra di un po' di erba su cui buttare una salvietta o semplicemente sdraiarsi, e finchè si deve stare in piedi per 2-3 ore di concerto può andar bene, ma quando ci devi stare tutta la giornata la cosa si fa decisamente pesante, il che porta altre perdite in termini di affluenza (giusto per fare un esempio, nel 2009 il Gods era allo stadio Brianteo di Monza, e allo show finale degli Slipknot c'erano qualcosa come 35.000 persone, mentre quest'anno si è arrivati a malapena alle 10.000).

Di contro, fortunatamente, il popolo dei metallari non è di certo di quelli che desistono, e quindi il calo di pubblico è da imputare non tanto alla location quanto principalmente al fatto che la manifestazione fosse infrasettimanale e al fatto, non da trascurare, che soltanto 3 giorni dopo a Bologna c'è stato per la prima volta in Italia il Sonisphere Festival, 2 date con nomi decisamente interessanti come Iron Maiden, Linkin Park, My Chemical Romance, Slipknot, Motorhead, Alter Bridge, Papa Roach e chi più ne ha più ne metta....

Bene, mettiamo da parte i discorsi organizzativi e passiamo alla giornata vera e propria.... Le previsioni meteo non erano delle migliori, e a dire la verità neanche le premesse mattutine, visto il cielo decisamente coperto intorno alle 9.30. Fuori dai cancelli la gente non è moltissima; come spesso accade, la folla arriva più tardi, quando i nomi si fanno più importanti. Si sentono le ultime prove generali dell'impianto, tutto pronto, alle 10.30 i cancelli si aprono e si può finalmente entrare, e qualcuno comincia a posizionarsi sotto il palco (singolo quest'anno, a differenza degli anni precedenti in cui i palchi erano 2), ma il più della gente si riversa subito al gazebo del merchandise o a quelli delle cucine, e siccome si parla di metallari l'odore di panino con la salamella e birra si fa immediatamente strada nell'etere nonostante l'ora.... I primi a calcare le assi del palco sono gli statunitensi Baptized In Blood, gruppo di trash metal che fa decisamente la sua porca figura, anche se lo show dura poco più di 20 minuti. Una piccola pausa per cambiare le strumentazioni ed è la volta di Cavalera Consipiracy, la band fondata da Max Cavalera, fondatore ed ex membro dei Sepultura e membro dei Soulfly, e il fratello Igor. Anche i Cavalera Conspiracy si occupano di Trash Metal, e anche loro non durano più di 20-25 minuti; altra pausa ed è già ora di vedere delle star, perchè a salire sul palco sono i Duff McKagan's Loaded, band fondata dall'ex Guns N'Roses e che si propone di fare del punk rock che, a dire la verità, non entusiasma per niente. Duff e soci ci provano con qualche canzone loro, senza ottenere molto successo, visto che la voce di Duff è tutto tranne che piacevole da ascoltare, il chitarrista sembra davvero non avere idea di come piazzare le dita su quel manico e in più la presenza di due bassi è anomala quanto controproducente. Per terminare l'esibizione i quattro provano con "Attitude" e "So fine" a suscitare un po' di nostalgia di quei 5 che hanno shockato il mondo del rock ormai più di 20 anni fa', ma il risultato è pessimo, non tanto per "Attitude", ma sentire "So fine" eseguita così male per un gunner come me equivale a un insulto.... Posso tranquillamente affermare che l'esibizione dei Loaded è stato il punto più basso di questo Gods Of Metal....

Fortunatamente la faccenda ora comincia a farsi interessante, alle orecchie quanto agli occhi di noi maschietti, visto che sul palco salgono gli Epica! La formazione olandese capitanata da quel gran pezzo di figliola di Simone Simons è la prima a scuotere davvero il pubblico, che ora comincia ad accorparsi davanti al palco per ascoltare il loro ottimo Symphonic Metal; nonostante qualche problemino con i microfoni iniziano a scrosciare i primi grossi applausi e quindi potete far partire il primo filmato, signore e signori.... Gli EPICA!



Ora l'atmosfera si è scaldata, in tutti i sensi visto che il sole ha deciso di farci visita, e dopo gli Epica si prosegue sulla strada del Symphonic Metal, virando leggermente verso atmosfere più cupe, da film horror, e infatti stanno per salire sul palco i vampiri del metal internazionale, i Cradle Of Filth, che, sfidando la temperatura decisamente estiva, salgono sul palco vestiti di pelle e, ovviamente, truccati.... Nonostante l'orario non sia quello più adatto ai vampiri, i Cradle Of Filth offrono un bello spettacolo, sanno suonare e lo sanno fare bene, e gli amanti del genere ormai hanno preso posto in pianta stabile sotto il palco a urlare con le corna alzate. Personalmente considero quello che li ha resi famosi l'unica pecca della band, e cioè gli urlacci di Dani Filth, cantante e leader della band che, a mio modesto parere potrebbe risparmiarsi queste imitazioni di una quaglia e fare una gran bella figura.... Al di là di questo però l'esibizione non è affatto male, i 6 si danno da fare e si meritano tutti gli applausi.... Vi sentite un po' vampiri? (Vampiri veri però, quelli che uccidono e succhiano il sangue, non pseudovampiri con le turbe ormonali dell'adolescenza tipo Twilight....) Allora premete play e godetevi i Cradle Of Filth!



Ora è tempo che vampiri e tenebre se ne vadano (anche perchè ormai sono le 4 del pomeriggio), ora è il momento di scuotere anime e corpi di tutto il pubblico del Gods Of Metal! In cattedra salgono i Mr. Big, senza fronzoli e scenografie, semplicemente batteria, chitarra, basso e voce, e questo basta, perchè i quattro hanno classe da vendere, sanno come stare sul palco ed esaltare il pubblico, ma soprattutto rovesciano una vera e propria scarica di adrenalina come fosse pioggia su tutti gli spettatori! Eric Martin è un ottimo frontman, ha 50 anni ma non li dimostra, non sta fermo un secondo, si ispira in maniera evidente alla presenza scenica dei Guns e concede i giusti spazi ai virtuosismi degli altri tre; la batteria di Pat Torpey non manca un colpo, e c'era da aspettarselo da chi prima dei Mr. Big è stato batterista di Knack, Impellitteri e David Lee Roth.... Con David Lee Roth ha suonato anche Billy Sheenan, il più vecchio dei quattro, che però con un basso in mano diventa di colpo un giovincello, con quelle quattro corde fa davvero quello che vuole, suona da sopra, da sotto, prendendo a sberle il basso e combinandone davvero di tutti i colori con le dita che si muovono a una velocità stratosferica.... A coronare il tripudio musicale arriva Paul Gilbert, classe 1966, che anche se è il più giovane di certo non si fa mettere in disparte, anzi, sale sul palco con la sua Ibanez a tracolla e conquista il pubblico in meno di 2 minuti con una tecnica veramente mostruosa, svisate da paura e concedendosi anche il tocco di classe del suonare con i denti.... Ad ogni canzone il pubblico è sempre più carico,e i quattro non deludono, anche quando Eric comincia ad avere qualche problema con la gola, perchè in soccorso arrivano sapientemente Sheenan e Gilbert, che si scatenano in assoli e si affrontano a colpi di virtuosismi tra cui è veramente difficile decretare un vincitore. La folla va letteralmente in delirio, ed è una grande soddisfazione anche per chi come me ama più il rock che il metal, perchè checcè ne dicano quelli che "solo metal!", deve ancora essere inventato qualcosa che smuova l'anima più di una batteria con ritmo blues-rock e un basso cadenzato al tempo giusto.... Altro che volumi tutti al massimo e grancassa a velocità da tachicardia.... Ascoltatevi la migliore prestazione della giornata! Per l'occasione, doppio video!....





L'esibizione dei Mr. Big lascia davvero una bella sensazione addosso, peccato che sia durata leggermente meno del previsto, anche perchè non c'è stata l'occasione di ascoltare una ballata che, vista la presenza sul palco di una chitarra acustica, evidentemente era prevista.... Poco male comunque, lo spettacolo è stato ottimo, e adesso nessuno si muove da sotto il palco, nonostante ci sia da aspettare mezz'ora che i tecnici sistemino tutto, perchè di lì a poco sul palco saliranno cinque scandinavi che onestamente mai mi sarei sognato di riuscire ad ascoltare dal vivo.... Di chi sto parlando? di John Norum, John Levén, Mic Michaeli, Ian Haugland e Rolf Magnus Joakim Larsson, meglio conosciuto come Joey Tempest. Ovviamente loro sono gli Europe!.... Escono da dietro le quinte seguiti dal vero e proprio boato del pubblico, che in questo momento è composto da persone di 3 generazioni diverse come soltanto con dei miti può succedere.... Joey Tempest e soci sono carichi, ma probabilmente subiscono diversi fattori, il primo è la forma non eccezionale di Joey, che evidentemente ha perso quella verve che aveva negli anni '80, e in secondo luogo pagano pesantemente il prezzo di aver scritto una delle più grandi hit degli ultimi 30 anni.... Lo spettacolo è decisamente buono, ma il pubblico ha parecchie lacune sulle canzoni, e di conseguenza sono in pochi a cantare, cosa che non giova affatto.... La band però sa come chiudere bene; Joey Tempest va davanti al microfono, prende un bigliettino e, apparentemente molto commosso legge dicendo "Grazie per avermi sostenuto tutti questi anni".... Forse io sarò sentimentale, ma è stato un momento davvero toccante.... Ma basta sentimentalismi! Si chiude alla grande, per risollevare l'esibizione, ai cinque basta piazzare una in fila all'altra "Cherokee", "Carrie", "Rock the night" e, ovviamente, "The final countdown".... La folla è in delirio vero (perchè in fondo siamo tutti un po' schiavi delle hit), e sul gran finale si alzano una marea di telefonini in chiamata con il display che visualizza "Mamma" o il più delle volte "Papà".... E allora fate venire davanti allo schermo i vostri genitori, questi sono gli Europe!!!





E' stato davvero un gran bel salto negli anni '80, e dagli anni '80 ancora non è tempo di muoversi, perchè se gli Europe hanno forse un po' peccato in quanto a presenza scenica, di certo i prossimi artisti non hanno di questi problemi.... Prendete l'hard rock e l'heavy metal, aggiungete una classe innata di tutti i musicisti, una carriera musicale che arriva dagli anni '70 e infine gli atteggiamenti più tamarri che vi vengono in mente.... Ancora più tamarri.... Un po' di più.... Ecco, perfetto! Adesso sul palco possono salire gli Whitesnake! La band capitanata da David Coverdale viene accolta da una folla già in visibilio, attacca e dà subito il via a un'agitazione sotto il palco degna finalmente di un festival come questo, partono cori e poghi, e, terminato il primo pezzo esplode un enorme applauso. Ma non c'è tempo di pensare, si riparte, carichi più di prima, e così si va avanti per un'ora e mezza, tra assoli, urla e la presenza scenica imponente dell'ex Deep Purple, che non manca di piazzare, da frontman rodato qual è, un paio di ringraziamenti in italiano, cosa che, come succede sempre, fa impazzire gli spettatori.... Lo spettacolo è davvero potente, adrenalinico e nostalgico al punto giusto, quanto basta per essere sparati virtualmente indietro di almeno 25 anni.... Durante l'esibizione gli spazi per gli assoli e le improvvisazioni di Doug Aldrich, Reb Beach ,Michael Devine e Brian Tichy sono molti, forse anche troppi, ed è lampante che il buon Coverdale ha bisogno di più tempo rispetto al passato per riprendere fiato. Tutto però gli viene perdonato quando parte l'intro di "Is this love" e quando dedica a tutto il pubblico "Forever more".... E allora adesso avete ben 4 video tra cui scegliere, che vogliate ascoltare un pezzo potente o una ballata, in ogni caso è stato e sarà un gran bello spettacolo!....









Ormai siamo al gran finale di questo Gods Of Metal, mezz'oretta di pausa, per riposare i piedi che sull'asfalto rovente della fiera di Rho di certo non si sentono benissimo, e poi tutti pronti per due ore di metal senza variazioni di sottogeneri più o meno significativi, semplicemente metal, quello da manuale, schitarrate spaventose, ritmi alti, una delle voci più potenti e acute della storia del genere, vestiti di pelle, borchie e pogo da paura sotto il palco.... Tutto questo porta un solo nome, Judas Priest! Se c'è una band che rispecchia per filo e per segno il metal sono loro; Michael Amott, chitarrista degli Arch Enemy, ne parla così:

Il metal per me sono i Judas Priest, perché non hanno nessun'altra qualità se non il metal. Sono puro metal al 100 %

Quella al Gods è l'unica data italiana di quello che il gruppo ha annunciato essere il loro tour di addio, tour che già dal titolo, "Epitaph", dà l'idea che i cinque abbiano la seria intenzione di non tornare sui propri passi e terminare la carriera dopo quest'ultima botta di vita "On The Road", anche se questi annunci sono sempre da prendere con le pinze e le date previste stanno già aumentando.... Vecchi o non vecchi, in prepensionamento o meno, fatto sta che quando calcano le assi di un palco fanno sfaceli; luci, fumo, fiamme, effetti scenici, è il momento, entrano i musicisti, attaccano e poi arriva lui, Mr. "Metal God" Robert John Arthur "Rob" Halford! L'accoglienza è più calorosa delle fiamme che sbucano di tanto in tanto dal palco, e i Judas sanno che il miglior modo per ringraziare di questa accoglienza è attaccare subito, senza tanti preamboli. Da qui in avanti sono 2 ore di gran metal, potente e irriverente, classico quanto i Black Sabbath, ed è uno spettacolo davvero incredibile! Rob tiene botta nonostante i 60 anni e, anche se un leggero calo di voce c'è, dimostra di avere ancora parecchia roba da insegnare. E' davvero un delirio al primo assolo di chitarra, con il nuovo entrato Richie Faulkner che di certo non fa dimenticare K.K. Downing, ma non lo fa nemmeno rimpiangere, anzi.... il pubblicco ormai non si trattiene più, e a costo di sembrare ripetitivo non posso fare a meno di dire DELIRIO!!!! Ovviamente non possono mancare super classici come "Painkiller", "Livin After Midnight", "You've Got Another Thing Coming" o "Hell Bent For Leather", e allora gustatevi un po' di sano Heavy Metal, di quelli con i controcazzi!








Dopo 2 ore di spettacolo tra adrenalina, effetti scenici vari e applausi scroscianti arriva il gran finale, con Halford che sale sul palco a cavallo della sua fedele Harley Davidson, porta sulle spalle un tricolore e, prima di chiudere con l'ultimo pezzo bacia la bandiera e urla un "I love Italy" che fa letteralmente impazzire tutti.... Un gran bel modo di salutare tutti e concludere una grande giornata, ricca di sorprese belle e brutte, un po' devastante a livello fisico, ma di certo che non si dimenticherà facilmente....

giovedì 23 giugno 2011

....Soooo Big!


Ciao a tutti!

Ieri, all'arena concerti della fiera di Rho c'è stato il Gods of Metal, festival italiano che ogni anno porta grossi nomi del metal nel notro paese. Quest'anno, invece delle solite 2 o addirittura 3 date, la data era unica, e quindi l'elenco dei gruppi che hanno calcato le assi è per forza di cose più corto, però questo non ha fatto calare di qualità il festival, anzi, per come la vedo io la qualità si è alzata, forse per l'unico giorno a disposizione, o forse per scelte diverse, quest'anno si è evitata quasi del tutto, con mio sommo piacere, tutta quella branca del metal che comprende black, death, grindocre e simili, che onestamente non riesco e non riuscirò mai nè a capire, nè tantomeno a considerare musica.... So che questa frase farà riversare su di me tutte le possibili macumbe e maledizioni voodoo dei fan di questi generi, però così è, e forse quest'anno anche gli organizzatori del GOM l'hanno pensata così, perchè la scaletta è stata decisamente interessante e coinvolgente, abbastanza da meritarsi uno speciale del LozRockLive che a Dio piacendo pubblicherò entro domani, nell'attesa di terminare il racconto della giornata di ieri vi do un'anticipazione di quello che secondo me è stato lo spettacolo migliore di questo Gods Of Metal....

Non me ne vogliano i Judas Priest, headliner di tutto rispetto che tengono botta nonostante l'età, e nemmeno i Whitesnake del buon David Coverdale, che un paio di lezioni su come stare sul palco le può ancora dare, nè tantomeno gli Europe, ma quest'anno al Gods Of Metal ad aver trionfato non è stato il metal, ma il rock, quello senza il doppio pedale alla batteria e senza tutti gli strumenti a volume mostruoso, senza bisogno di scenografie da incubo o costumi di scena da film horror, quello carico e potente, ma con un occhio di riguardo al blues, non troppo, ma quanto basta.... Questo è il rock coinvolgente e spettacolare di quattro bestiacce che rispondono ai nomi di Eric Martin, Paul Gilbert, Pat Torpey e Billy Sheenan, che messi insieme formano i Mr. Big e, a mio modesto parere, sono stati la punta di diamante della manifestazione.... Vorrei dirvi di più ma aspetto di pubblicare il racconto per intero, nel frattempo buttate un occhio a questi due video.... ^_-



Sit-Rock: Decenni in musica - Parte I - Anni '60. E' la volta buona!


Ciao a tutti!

Questa è la volta buona! Visto che il gadget dei sondaggi di blogger non risorge mi sono arrangiato procurandomi un gadget su misura, e questo funziona! ^_^

Nel frattempo, grazie al disguido, anche il buon Cannibale si è aggiunto alla sfida, quindi ora le compilation in gara sono 6, eccovele tutte qui sotto!.... Votate!


Lozirion
  1. Pink Floyd - See Emily play
  2. Jimi Hendrix - The Star Spangled Banner
  3. Beach Boys - Good vibrations
  4. The Beatles - Tomorrow Never Knows
  5. Joan Baez - Forever young
  6. Joe cocker - With a little help from my friends
  7. Steppenwolf - Born to be wild
  8. The Who - Amazing Journey
  9. The Doors - Moonlight drive
 10. Ella Fitzgerald - Dream a little dream of me
 11. Johnny Cash - Hey porter
 12. Chuck Berry & Bo Diddley - Fireball
 13. The mothers of invention - Motherly Love
 14. Rolling Stones - (I Can't Get No) Satisfaction
 15. Elvis - In the ghetto
 16. Simon & Garfunkel - Bleecker Street
 17. George Thorogood and the Destroyers - Bad to the bone
 18. The Stooges - I wanna be your dog
 19. James Brown - Please,please,please
 20. Buffalo Springfield - For What Its Worth

Chaillrun
  1. The Trashmen - Surfin' Bird
  2. Paul Anka - Diana
  3. Platters - Smoke Gets In Your Eyes
  4. The Doors - My eyes have seen you
  5. The Mamas & The Papas - California Dreamin'
  6. Bob Dylan - The Times they are A-changin'
  7. Tim Buckley - morning glory
  8. Leonard Cohen – Suzanne
  9. Johnny Cash - Ring of Fire
 10. Van Morrison - Brown Eyed Girl
 11. Led Zeppelin - Babe I'm Gonna Leave You
 12. The Beatles – Michelle
 13. Rolling Stones - The Last Time
 14. Bob Dylan - All Along The Watchtower
 15. Jackson 5 – ABC
 16. The True - Lyrics to Louie Louie
 17. Dionne Warwick - Walk On By
 18. Johnny Cash - Ring of Fire
 19. Bee Gees - Mr. Jones
 20. The kinks - You really got me

Fed Zeppelin
  1. The Beatles - A Taste of Honey
  2. Pink Floyd - Astronomy Domine
  3. The Byrds - Turn! Turn! Turn! (to Everything There is a Season)
  4. The Animals - The House of the Rising Sun
  5. The Who - Pinball Wizard
  6. The Beatles - Happiness Is a Warm Gun
  7. The Rolling Stones - Ruby Tuesday
  8. Led Zeppelin - Communication Breakdown
  9. Simon and Garfunkel - Mrs. Robinson
 10. Bob Dylan - The Times They Are A-Changin'
 11. Beach Boys - Good vibrations
 12. The Mamas & The Papas - California Dreamin’
 13. The Rolling Stones - Paint it black
 14. Jethro Tull - Song for Jeffrey
 15. Led Zeppelin - Dazed and Confused
 16. Beach Boys - Surfin' USA
 17. Elvis Presley - Suspicious Minds
 18. Grateful Dead - Sitting on Top of the World
 19. Otis Redding- Sittin’ on the Dock of the Bay
 20. Chuck Berry - Goodnight sweetheart, well it's time to go

BlackSwan
  1. Bob Dylan - Like a rolling Stone
  2. The Who - My generation
  3. The Beatles - Eleanor rugby
  4. Beach Boys - God only knows
  5. The Byrds - Mr. Spaceman
  6. The Monks - I hate you
  7. The Kinks - You really got me
  8. The Beatles - Lucy in the sky with diamonds
  9. Love - Andmoreagain
 10. Tim Buckley - Once I was
 11. Cream - Sunshine of your love
 12. Velvet Undergound - Heroin
 13. The Doors - Break on Through
 14. Jefferson Airplaine - Somebody to love
 15. Jimi Hendrix - Foxy Lady
 16. Rolling Stones - Sympathy for the devil
 17. Laura Nyro - Luckie
 18. Simon and Garfunkel - America
 19. The Band - The Weight
 20. Crosby, Stills & Nash - Helplessly Hoping

Massi
  1. The Who - I Can't Explain
  2. Jimi Hendrix - Manic Depression
  3. Van Morrison - Brown Eyed Girl
  4. Bob Dylan - Blowin' In The Wind
  5. The Rolling Stones - Gimme Shelter
  6. Otis Redding - These Arms Of Mine
  7. Led Zeppelin - How Many More Times
  8. Cream - White Room
  9. Deep Purple - Hush
 10. The Kinks - You Really Got Me
 11. Pink Floyd - Set The Control For Heart Of The Sun
 12. The Doors - My Wild Love
 13. Canned Heat - Catfish Blues
 14. The Beatles - Baby It's You
 15. Tommy James and the Shondells - Crimson and Clover
 16. Chuck Berry - Let It Rock
 17. Creedence Clearwater Revival - Susie Q
 18. Johnny Cash - Ring of Fire
 19. Muddy Waters - I'm Your Hoochie Coochie Man
 20. Howlin' Wolf - Wang Dang Doodle

Marco (Cannibal Kid)

1. Rolling Stones – Paint it black
2. Dick Dale & the Del-Tones – Misirlou
3. Little Eva – The Loco-Motion
4. Beatles – Across the Universe
5. Zombies – She’s not there
6. Audrey Hepburn – Moon River
7. Louis Armstrong – What a Wonderful World
8. Mina – Le mille bolle blu
9. Lucio Battisti – Dieci ragazze
10. Ronettes – Be my baby
11. Marvin Gaye & Tammi Terrell – Ain’t no mountain high enough
12. Dusty Springfield – Son of a preacher man
13. Nina Simone – Sinnerman
14. Supremes – Baby Love
15. Jefferson Airplane – White rabbit
16. Monkees – Daydream Believer
17. Frank Sinatra – Strangers in the night
18. David Bowie – Space Oddity
19. Etta James – At last
20. Doors – The End

martedì 21 giugno 2011

Sit-Rock: Decenni in musica - Parte I - Anni '60 - C'è ancora tempo!



Ciao di nuovo a tutti!

La Sit-Rock riapre causa qualche problemino di blogger!

Il gadget del sondaggio evidentemente ha qualcosa che non va nel contatore e continuava ad azzerarsi, quindi l'ho eliminato per ora, ragion per cui, in attesa di poterlo reinserire, si riapre la Sit-Rock! Se non avete ancora mandato le vostre 20 canzoni avete ancora temp per partecipare! ^_^

Nel frattempo, senza un motivo ben preciso, ascoltatevi Mr. Young!

Sit-Rock: Decenni in musica - Parte I - Anni '60 - Si Vota!


Ciao a tutti!

Bene, è arrivato il momento di decretare il vincitore o la vincitrice della prima delle 5 Sit-Rock sui decenni in musica! Tra poco comparirà nella colonna di sinistra un sondaggio con i nomi dei "concorrenti", votate il vostro preferito.... Ecco qui le compilation in gara:


Lozirion
 1. Pink Floyd - See Emily play
 2. Jimi Hendrix - The Star Spangled Banner
 3. Beach Boys - Good vibrations
 4. The Beatles - Tomorrow Never Knows
 5. Joan Baez - Forever young
 6. Joe cocker - With a little help from my friends
 7. Steppenwolf - Born to be wild
 8. The Who - Amazing Journey
 9. The Doors - Moonlight drive
10. Ella Fitzgerald - Dream a little dream of me
11. Johnny Cash - Hey porter
12. Chuck Berry & Bo Diddley - Fireball
13. The mothers of invention - Motherly Love
14. Rolling Stones - (I Can't Get No) Satisfaction
15. Elvis - In the ghetto
16. Simon & Garfunkel - Bleecker Street
17. George Thorogood and the Destroyers - Bad to the bone
18. The Stooges - I wanna be your dog
19. James Brown - Please,please,please
20. Buffalo Springfield - For What Its Worth

Chaillrun
 1. The Trashmen - Surfin' Bird
 2. Paul Anka - Diana
 3. Platters - Smoke Gets In Your Eyes
 4. The Doors - My eyes have seen you
 5. The Mamas & The Papas - California Dreamin'
 6. Bob Dylan - The Times they are A-changin'
 7. Tim Buckley - morning glory
 8. Leonard Cohen – Suzanne
 9. Johnny Cash - Ring of Fire
10. Van Morrison - Brown Eyed Girl
11. Led Zeppelin - Babe I'm Gonna Leave You
12. The Beatles – Michelle
13. Rolling Stones - The Last Time
14. Bob Dylan - All Along The Watchtower
15. Jackson 5 – ABC
16. The True - Lyrics to Louie Louie
17. Dionne Warwick - Walk On By
18. Johnny Cash - Ring of Fire
19. Bee Gees - Mr. Jones
20. The kinks - You really got me

Fed Zeppelin
 1. The Beatles - A Taste of Honey
 2. Pink Floyd - Astronomy Domine
 3. The Byrds - Turn! Turn! Turn! (to Everything There is a Season)
 4. The Animals - The House of the Rising Sun
 5. The Who - Pinball Wizard
 6. The Beatles - Happiness Is a Warm Gun
 7. The Rolling Stones - Ruby Tuesday
 8. Led Zeppelin - Communication Breakdown
 9. Simon and Garfunkel - Mrs. Robinson
10. Bob Dylan - The Times They Are A-Changin'
11. Beach Boys - Good vibrations
12. The Mamas & The Papas - California Dreamin’
13. The Rolling Stones - Paint it black
14. Jethro Tull - Song for Jeffrey
15. Led Zeppelin - Dazed and Confused
16. Beach Boys - Surfin' USA
17. Elvis Presley - Suspicious Minds
18. Grateful Dead - Sitting on Top of the World
19. Otis Redding- Sittin’ on the Dock of the Bay
20. Chuck Berry - Goodnight sweetheart, well it's time to go

BlackSwan
 1. Bob Dylan - Like a rolling Stone
 2. The Who - My generation
 3. The Beatles - Eleanor rugby
 4. Beach Boys - God only knows
 5. The Byrds - Mr. Spaceman
 6. The Monks - I hate you
 7. The Kinks - You really got me
 8. The Beatles - Lucy in the sky with diamonds
 9. Love - Andmoreagain
10. Tim Buckley - Once I was
11. Cream - Sunshine of your love
12. Velvet Undergound - Heroin
13. The Doors - Break on Through
14. Jefferson Airplaine - Somebody to love
15. Jimi Hendrix - Foxy Lady
16. Rolling Stones - Sympathy for the devil
17. Laura Nyro - Luckie
18. Simon and Garfunkel - America
19. The Band - The Weight
20. Crosby, Stills & Nash - Helplessly Hoping

Massi
 1. The Who - I Can't Explain
 2. Jimi Hendrix - Manic Depression
 3. Van Morrison - Brown Eyed Girl
 4. Bob Dylan - Blowin' In The Wind
 5. The Rolling Stones - Gimme Shelter
 6. Otis Redding - These Arms Of Mine
 7. Led Zeppelin - How Many More Times
 8. Cream - White Room
 9. Deep Purple - Hush
10. The Kinks - You Really Got Me
11. Pink Floyd - Set The Control For Heart Of The Sun
12. The Doors - My Wild Love
13. Canned Heat - Catfish Blues
14. The Beatles - Baby It's You
15. Tommy James and the Shondells - Crimson and Clover
16. Chuck Berry - Let It Rock
17. Creedence Clearwater Revival - Susie Q
18. Johnny Cash - Ring of Fire
19. Muddy Waters - I'm Your Hoochie Coochie Man
20. Howlin' Wolf - Wang Dang Doodle

VOTATEVOTATEVOTATEVOTATEVOTATEVOTATEVOTATEVOTATEVOTATEVOTATEVOTATEVOTATEVOTATEVOTATEVOTATEVOTATEVOTATEVOTATEVOTATE....

lunedì 20 giugno 2011

Rock tra il diavolo e l'acqua del mare


Ciao a tutti!

Scusate l'assenza di questi giorni ma tra qualche impegno e qualche problema di rete non sono riuscito a pubblicare niente.... Bene, è tempo di ricominciare! Oggi vi presento un nuovo album che mi ha davvero sorpreso....

Di cosa si ha bisogno quando ci si trova in una situazione difficile? Di carica ovviamente, di quella spinta che fa resistere senza farsi schiacciare, e la carica in questione è divisa in 15 tracce e si intitola "Between the Devil and the Deep Blue Sea", letteralmente "Tra il Diavolo e le acque più profonde del mare"; la situazione è decisamente tosta, ma a farci resistere mentre siamo intrappolati ci sono i Black Stone Cherry, nome che deriva dalle sigarette marca "Black Stone" al gusto ciliegia, cherry, appunto.... I Black Stone Cherry sono quattro ragazzacci del sud-est degli Stati Uniti, più precisamente del Kentucky, e dopo i primi decisamente promettenti lavori se ne sono usciti lo scorso 31 maggio con questo terzo album.

Si dice che per un artista o una band il terzo album sia in qualche modo la prova del nove; dopo il debutto che in genere se ha successo viene considerato un po' la cosiddetta "Fortuna del principiante" e il secondo che facilmente gode del successo precedente, il terzo album è l'esame vero e proprio, e a mio modesto avviso il voto finale è decisamente alto per i Black Stone Cherry, che nello specifico rispondono ai nomi di Chris Robertson, cantante dalla voce eccezionale e chitarrista, Ben Wells, chitarrista ritmico mica da poco, Jon Lawhon, secondo me il migliore dei quattro con un basso tra le mani, e John Fred Young seduto dietro una miriade di tamburi, piatti e qualsiasi altra cosa possa essere picchiata con delle bacchette di legno. La band nasce nel 2001 nell'asciutta contea del Kentucky, asciutta non tanto per la scarsa pioggia ma più che altro per il proibizionismo ancora in vigore e per le scarse occasioni per far baldoria che lo stato americano offre. Così, non potendosi sbronzare appoggiati al bancone di un bar, i quattro buttano tutto il loro entusiasmo nella musica, aiutati da genitori e parenti tra cui musicisti jazz e persino un costruttore di chitarre. Le loro prime influenze musicali arrivano dagli stati vicini, come il Tennessee e il non confinante ma di certo più musicalmente influente Alabama, terra natìa del southern rock, e poi si sviluppa verso il grunge, l'hard rock, e persino l'heavy metal; il gruppo prende evidente ispirazione da alcune delle band che hanno caratterizzato la musica degli ultimi due decenni, come Foo Fighters, Nickelback, Alter Bridge e soprattutto Audioslave e Soundgarden del buon Chris Cornell. Chris che, sarà l'omonimia forse, risulta essere la più chiara influenza sin da subito, perchè la voce di Chris Robertson assomiglia moltissimo a quella del cantante di Seattle, sia come timbro che come interpretazione, e già questa è una premessa non da poco.

Ma veniamo all'album, dopo il debutto omonimo del 2006 e il successivo "Folklore and Superstition" del 2008, la band nel 2009 accompagna il "Dark Horse tour" dei Nickelback in qualità di gruppo spalla, terminata la loro prima effettiva esperienza "On the road" i quattro decidono di aspettare a tornare a casa, e lavorano al loro terzo album a Los Angeles. La città per eccellenza del connubio musica-trasgressione ha su di loro decisamente un bell'impatto, abbastanza per forgiare poco più di 40 minuti di adrenalina allo stato solido, vinile o plastica che sia.

Come dicevo poco fa l'album è composto da 15 tracce, nessuna che vada oltre i 4 minuti e pochissimi secondi, siete pronti a prendere la scossa? LP sul piatto, appoggiamo la puntina e via! Il disco si apre con "White trash millionaire", una partenza decisamente carica che fa subito affiorare alla mente Zakk Wylde, niente a che vedere col southern rock delle origini, questo è heavy senza troppi complimenti, con la voce di Chris sprezzante e rauca quanto basta. La chitarra resta su sonorità heavy anche nel secondo pezzo, "Killing floor", mentre la voce vira più verso l'evidente ispirazione a Soundgarden e Alter Bridge, notevole il lavoro alla batteria di Young e ottimo il piccolo assolo centrale di chitarra. La virata verso il grunge si completa con la successiva "In my blood", più soft delle prime due ma decisamente di alta qualità, qui davvero sembra di ascoltare una canzone dei Soundgarden, e il risultato non delude affatto.

Si riparte, altra intro cattiva e ad alto voltaggio, "Such a shame" è un altro pezzo tra l'hard rock e l'heavy che alza di nuovo decibel e bpm, che vede la gentile collaborazione della bella quanto brava Lzzy Hale e piazza la ciliegina sulla torta con una prestazione magistrale di Lawhon al basso. A seguire una meritata mezza pausa per evitare la tachicardia e per mostrare da subito la maturità artistica giusta per superare la prova del terzo album, "Won't let go" è un'ottima rock ballad, con la voce di Chris a farla da padrone e gli strumenti ad accompagnarla, ma, passati questi 3 minuti e poco più, i quattro tornano alla carica per "Blame it on the boom boom" con chitarra e voce potenti, la batteria che non manca un colpo e l'aggiunta di un testo decisamente allusivo e di cori nel ritornello che ricordano i Kiss. Se amate i Foo fighters la successiva "Like I roll" non può che essere di vostro gradimento, uno dei pezzi migliori e più maturi di tutto l'album....

Siamo al giro di boa, e a sentire "Can't you see" quasi dispiace di essere già a metà, se si potesse riassumere in una sola parola questo pezzo la parola non potrebbe che essere "potenza". Potenza che ci fa scivolare dritti dritti a "Let me see you shake", che riprende lo stile di "Blame it on the boom boom", sia per il sound che per il testo ancora più allusivo. In "Let me see you shake" i quattro ci regalano anche un grande assolo di chitarra decisamente gradito. Da qui in avanti è un'alternanza di potenza e riflessione, di maturità artistica e cattiveria, di Kentucky e di Los Angeles, e si comincia con "Stay", una ballata elettrica molto profonda che sale sicuramente sul podio dei migliori brani del disco; ma un'alternanza vi avevo promesso e un'alternanza avrete, se la permanenza in quella Los Angeles fatta di esagerazioni e musica spaccatimpani ha lasciato un segno questo è evidente in "Change", senza respiro, di quelle da mettere al massimo in macchina e urlare fino a strapparsi le corde vocali, anche qui grande chitarra ma davvero stratosferico il basso dell'onnipresente Jon Lawhon. Cambio! dimenticatevi cattiveria e migliaia di watt, "All I’m Dreamin Of", a mio modesto parere la miglior prova artistica della band fino ad ora, è un semi-country d'autore, che riporta i Black Stone Cherry nel loro caro sud-est, fatto di polvere, tempo per riflettere e cassette dei Lynyrd Skynyrd che ormai hanno piantato le radici negli stereo.... 3 minuti e mezzo, non di più, poi Ben Wells prende parola e dice: "Scusate, ma non eravamo a Los Angeles?"; detto, fatto! "Staring at the mirror" è potenza, chitarre al massimo e intermezzi dell'ottima voce di Chris a coronare il tutto. Gli ultimi due brani creano soluzione di continuità, e così, se si abbassa leggermente il ritmo con "Fade away", per l'atto finale intitolato "Die for you" ritorna forte il ricordo della chitarra di Zakk Wylde, si finisce come si è cominciato, potenza, vibrazioni heavy e una collaborazione dei quattro artisti davvero eccezionale.

Insomma, una bella prova di forza questo terzo album dei Black Stone Cherry, ma soprattutto un altro ottimo album di quest'anno.... Che sia la volta buona per una virata del mercato discografico verso la qualità e non solo sui soldi facili? Speriamo in bene, nel frattempo comunque abbiamo del gran bel materiale da ascoltare!....

ROCK ON!

martedì 14 giugno 2011

Libertà è partecipazione



Contro tutti i promotori dell'astensionismo e dell'indifferenza,
contro tutti coloro che promuovono ignoranza e noncuranza,
contro chi pur di vincere cerca di mettere i bastoni tra le ruote alla sovranità del popolo,
ieri ha vinto la libertà, quella vera, senza nè colore politico, nè tantomeno simpatie o antipatie, la libertà è libertà, anzi, è partecipazione, vero Giorgio?....


lunedì 13 giugno 2011

...Fra sogno e realtà: The Musical Box...




Ciao a tutti!

Pubblicare questo post proprio oggi fa in qualche modo crescere d'importanza le parole che state per leggere qui sotto.... Oggi ricorre il 32° anniversario della morte di Demetrio Stratos, storico cantante e leader degli Area, uno dei più importanti gruppi italiani della scena progressive rock. A portarselo via, a soli 34 anni, è stata una malattia orribile, ma a tenerlo in vita ancora oggi è la sua musica, e quindi è ricordando Demetrio e con piacere che vi annuncio una grande iniziativa che vede la partecipazione di grandi nomi della musica progressiva del nostro paese, la prima edizione del Civitella Progressive Rock Festival. Qui sotto il comunicato stampa:

L'Associazione Civitella in Musica
è orgogliosa di presentare:
CIVITELLA PROGRESSIVE ROCK FESTIVAL
I EDIZIONE
...Fra sogno e realtà: The Musical Box...

16, 22 e 23 luglio 2011Civitella Paganica (GR)
Campo Sportivo G. Tonini
ingresso gratuito
Nel nutrito programma della VIII Edizione di Civitella in Musica si svolgerà la I Edizione del Civitella Progressive Rock Festival: una rassegna incentrata sul rock progressivo e fortemente voluta dagli organizzatori, che celebrerà la chiusura della consueta manifestazione estiva grossetana. Le serate del 16, 22 e 23 luglio saranno dedicate al progressive nel campo sportivo G. Tonini di Civitella Paganica (GR) ad ingresso gratuito: grandi nomi italiani e stranieri, omaggi ai classici del prog-rock e proposte contemporanee, un programma di qualità.

L'apertura di sabato 16 luglio è affidata 
ad uno dei nuovi alfieri del progressive italiano nel mondo: Alex Carpani. Il poliedrico tastierista bolognese, noto a livello internazionale grazie ai due album della sua band e ai numerosi concerti, proporrà una personale interpretazione del genere, vigorosa e al tempo stesso sognante e melodica. In chiusura un maestoso progetto di tributo ai Pink Floyd: gli artefici sono i Time Machine, impeccabile formazione torinese ben nota per i suoi spettacoli accattivanti e fedeli al verbo floydiano. 
Venerdì 22 luglio Civitella troverà in tre splendide band un significativo filo conduttore: il rock sinfonico. In apertura un tributo ai massimi protagonisti del genere, gli Emerson Lake & Palmer, omaggiati dai Classic ELP Tribute, formidabile trio che interpreta in modo impeccabile i pezzi della leggendaria band inglese. A seguire i grossetani Gran Turismo Veloce: una delle band rivelazione dell'anno, gruppo giovane ma assai preparato, che ha debuttato nel 2011 con un convincente album. Gran finale con uno dei simboli del progressive internazionale: Le Orme! Con la nuova formazione a sestetto, guidata dall'inossidabile batterista Michi Dei Rossi, la band veneziana presenterà il nuovo acclamato album La via della seta e i classici intramontabili della suaquarantennale storia.
La terza e ultima serata, quella di sabato 23 luglio, ha senza alcun dubbio un respiro internazionale. Aprono il concerto i The Watch, uno dei gruppi italiani di maggior notorietà internazionale: la band milanese è conosciuta non solo per i suoi magnetici dischi di materiale inedito, ma anche per gli spettacoli di tributo ai Genesis dell'era Gabriel, rivisitati con rigore e carisma. La chiusura del Festival tocca ad un altro intramontabile simbolo di questa corrente musicale: Fish! Ex vocalist dei Marillion, paladini della rinascita progressive degli anni '80, e attivo come solista dal 1990, Fish sarà accompagnato dagli ottimi Taron per un concerto acustico di grande fascino.

Un'ambiziosa prima edizione per il Festival, che ospiterà anche presentazioni di libri e tavole rotonde sulla musica ed il sociale, mostre e mercatini, con l'immancabile presenza dell’ottima cucina civitellina, con l'apprezzato e tradizionale appuntamento enogastronomico di Civitella in Musica
. Il Civitella Progressive Rock Festival si candida quindi come appuntamento di punta dell'estate rock italiana, con nomi leggendari e grandi concerti.

Programma:

Sabato 16 luglio 2011,
Campo sportivo G. Tonini
Ingresso libero

 h. 21.00:

Alex Carpani Band

Time Machine - Pink Floyd Tribute
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Venerdì 22 luglio 2011,
Campo sportivo G. Tonini
Ingresso libero

 h. 21.00:

Classic ELP Tribute

Gran Turismo Veloce

Le Orme

--------------

Sabato 23 luglio 2011,
Campo sportivo G. Tonini
Ingresso libero

 h. 21.00:

The Watch plays Genesis

Fish

Mediapartners:

Informazioni:

Synpress44 - Ufficio Stampa:
Tel. 349/4352719 – 328/8665671

venerdì 10 giugno 2011

Rumore Bianco: il disco d'esordio degli Agrado


Ciao a tutti!

Vi state chiedendo chi sono questi 3? Si chiamano Agrado, sono tre milanesi che fanno rock italiano, hanno mandato alle stampe il loro album di debutto ad aprile di quest'anno e sopra di loro aleggia la benedizione di un mostro sacro come Franz Di Cioccio e della sua etichetta "Fermenti vivi".

Sperando di farvi cosa gradita di seguito vi riporto una loro intervista e il comunicato stampa ufficiale, e il mio consiglio è di tenere d'occhio questi tre!.... ^_^


Intervista con gli Agrado


- Rumore bianco è il primo album degli Agrado, per conoscerli meglio partiamo dal loro nome. Cosa significa?

È il nome di un personaggio inventato da Pedro Almodòvar nel film Tutto su mia madre, un personaggio estroverso ed ironico reso celebre dalla citazione “una persona è più autentica quanto più assomiglia all’idea che ha sognato di se stessa”. Una frase che noi sposiamo a pieno perché crediamo che identificarsi col proprio sogno è il solo modo per riuscire a realizzarlo e con noi ha funzionato.

- Un esordio col botto per la band, approdata alla Aereostella e a Franz Di Cioccio per questo nuovo album. Com’è nata questa partnership e che tipo di stimoli vi ha dato?

È nata casualmente, stavamo cercando un’etichetta per riuscire a pubblicare il nostro album. Tra le varie ricerche “googliane”, siamo incappati in un’intervista di Iaia De Capitani per una trasmissione Rai, rimanendone colpiti. Da li è proseguita la ricerca su internet che ci ha portato ai primi contatti via mail, fino ad arrivare ad un incontro con la stessa Iaia. Dopo quell’incontro tutto è nato spontaneamente, a Iaia sono piaciuti gli Agrado e agli Agrado è piaciuta molto Iaia.
Questo sodalizio ha portato agli Agrado molto entusiasmo ed una gran voglia di affacciarsi a testa alta in questo mondo tanto difficile quanto affascinante, con la voglia di lasciare il segno!

- La produzione artistica di Rumore bianco è opera di Brando e Lele Battista: come avete sviluppato il lavoro?

Abbiamo avuto la fortuna di conoscere Brando e subito ci siamo innamorati delle sue produzioni. Con lui abbiamo prodotto in studio due canzoni: Come la neve quando cade e A. Gli avevamo consegnato una demo con circa una decina di pezzi e lui ha puntato subito il dito su queste due canzoni. Ha saputo valorizzarle in un attimo ed in due giorni abbiamo prodotto e registrato i pezzi. Oltre ad essersi confermato un ottimo produttore, è sicuramente la persona che più ci ha influenzato  insegnandoci le regole del gioco.
Dopo questo primo step, che ha raccolto parecchi giudizi positivi dalla critica, abbiamo deciso di registrare il nostro primo album. Conoscevamo Lele Battista dai tempi dei La Sintesi, avevamo già avuto modo di condividere anche lo stesso palco e sapendo che aveva uno studio di registrazione, siamo andati a trovarlo. Essendoci sempre stata stima reciproca è stato veramente semplice organizzare il tutto.
La difficoltà iniziale è stata quella di scegliere dieci canzoni su venti proposte e dopo un paio di giorni di pre-produzione necessari a far quadrare tutti gli arrangiamenti, siamo partiti a registrarle. In circa venti giorni abbiamo registrato il disco.

- Siete un classico trio rock ma per il disco avete avuto la partecipazione di ospiti e colleghi: per quale motivo avete voluto ampliare lo spettro delle vostre sonorità?

A parte Brando e Lele Battista, in qualità di coproduttori artistici dell’album,  per gli altri è stata una bella sorpresa anche per noi.
Durante le registrazioni capitava di far ascoltare in studio il lavoro ad altri amici/colleghi e da uno scambio di opinioni a volte nasceva un’idea interessante. Ci piaceva l’idea di impreziosire l’album dando spazio anche ad altri punti di vista che non fossero solo i nostri, perché spesso dal confronto nascono le idee migliori, in maniera del tutto casuale e, come dice il testo di una nostra canzone, “la casualità esalta la bellezza delle cose”.

- Rumore bianco è un ottimo album di rock italiano: quali sono i modelli, i riferimenti e le fonti di ispirazione grazie ai quali è nato il vostro gruppo?

Musicalmente abbiamo vissuto a pieno gli anni ‘80, ascoltavamo molta musica di quel periodo ed eravamo sempre alla ricerca di gruppi nuovi, adoravamo le band e sognavamo di averne una tutta nostra. Credo che i gruppi fondamentali che hanno segnato la nostra nascita musicale siano stati gli U2, i Cure, i Pink Floyd ed i Police. Poi con gli anni successivi il nostro bagaglio musicale si è arricchito con la musica di gruppi come Radiohead, Depeche Mode, Red Hot Chili Peppers, Air e molti altri ancora, senza contare poi sui gusti personali di ciascuno di noi tre che abbracciano generi molto lontani dalla nostra musica ma che per forza di cose sfumano le nostre note.

- Il vostro sound è al crocevia tra atmosfere anglosassoni e la tipicità melodica italiana: qual è il segreto per fondere questi due elementi?

Non crediamo che esista un segreto, la musica degli Agrado è l’espressione naturale che esprime il nostro modo di essere e di pensare, che non nasce da un ragionamento prestabilito, forse perché la complicità che ci lega riesce a saltare questo passaggio, rendendolo del tutto naturale, quindi probabilmente avviene ma in maniera inconscia.
Quando componiamo, ognuno di noi sa bene quello che deve fare pur non sapendo quello che farà l’altro. Il resto degli ingredienti crediamo che provenga dalle nostre origini musicali che fondano le radici proprio in questi due elementi: il sound e la melodia anglosassone e la ricchezza della lingua italiana.

- Avete scelto come singolo Piccola luce, un omaggio ai grandi Tears For Fears, un’ottima cover di Change: come mai questa decisione?

Prima di tutto perché è una canzone che a noi piace molto e poi perché ci piaceva l’idea di iniziare con quello che noi abbiamo definito l’esperimento del nostro disco. Ci siamo resi conto che questo tipo di musicalità poteva riadattarsi benissimo al nostro sound, e soprattutto che la fonetica delle parole inglesi utilizzate in questo testo era molto simile alla fonetica di alcune parole italiane, un’intuizione che ci piaceva raccontare.
La bellezza e l’attualità del testo hanno catturato il favore del pubblico, quindi la scelta ci sembrava appropriata.

- Siete nati nel 2005 a Milano e avete avuto occasione di esprimervi molto anche dal vivo: cosa offre la vostra città a chi vuole fare buona musica?

Purtroppo non abbastanza, sono pochi i locali che permettono ad artisti emergenti che propongono brani inediti di potersi esprimere. Il cuore discografico della musica italiana risiede in questa città, ma gli spazi in cui poter esprimere l’arte inedita in musica non sono adeguati, o meglio, spesso i gestori dei locali non hanno il culto dell’arte e non si preoccupano del valore dell’artista ma solamente il culto del danaro e purtroppo i musicisti che propongono brani inediti hanno un Dio povero.

- Chiudiamo con un invito: suggerite ai nostri amici il modo migliore per ascoltare Rumore bianco.

Spesso il modo migliore di fare una determinata cosa dipende dalla nostra predisposizione nel volerla fare, quindi concedetevi un momento di tregua ed abbandonatevi ad un ascolto spensierato... Rumore bianco farà il resto. Buon divertimento.

Comunicato Stampa

Con Fermenti Vivi di Franz Di Cioccio debutta il giovane trio milanese: undici pezzi di rock italiano con una cover di 'Change' dei Tears For Fears
Rumore Bianco: il disco d'esordio degli Agrado


Agrado
&
Fermenti Vivi/Aereostella

  sono lieti di presentare:


RUMORE BIANCO


Fermenti Vivi/Aereostella 
(distr. Edel)
11 brani,  48 minuti


  
Gli Agrado nascono nel settembre del 2005 nella periferia milanese, con una formazione in trio che durerà fino alla pubblicazione diRumore Bianco, il loro atteso album d'esordioAlessandro (chitarra), Omar (voce e basso) e Loris (batteria), grazie all'incontro con Franz Di Cioccio e Fermenti Vivi, riescono a pubblicare il loro debutto, un intenso lavoro di rock italiano con uno sguardo all'estero e un respiro internazionale

Agrado è il nome del personaggio colorato e controverso interpretato da Antonia San Juan nel film Tutto su mia madre di Pedro Almodovar e il trio sceglie questo nome proprio per rappresentare le molte sfaccettature di vita quotidiana spesso apparentemente oscure. E' questo il filo conduttore di Rumore Bianco, un'opera contenente dieci pezzi inediti composti dal trio e orientati a sonorità che fondono la tradizione anglosassone di band come The Smiths, Cure, Police, Radiohead e Coldplay, e lo spirito di cantautori italiani come Lucio Battisti, Tiromancino e Pacifico.

Il riferimento alla nuova musica italiana trova significato anche grazie alla presenza di Brando e Lele Battista che hanno curato la produzione artistica del disco. Il brano scelto come singolo apripista è Piccola luce, un'interessante cover di Change dei Tears For Fears (dal loro debutto The Hurting, 1983), con la quale gli Agrado hanno vinto il concorso Coverissima indetto da Radio 101.

Il vero e proprio punto di forza degli Agrado sta nella totale complicità che lega i tre ragazzi fin dai tempi delle scuole medie e che li ha trascinati in un viaggio psichedelico verso più di un centinaio di esibizioni dal vivo su palchi importanti.

Agrado:
http://www.agrado.it

Aereostella:
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Synpress44 Ufficio stampa:
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