mercoledì 27 febbraio 2013

Ideogram - Raise the curtain




"Quanto è magico entrare in un teatro e vedere spegnersi le luci. Non so perché. C'è un silenzio profondo, ed ecco che il sipario inizia ad aprirsi. Forse è rosso. Ed entri in un altro mondo".

Così David Lynch nel suo "In acque profonde" spiegava la meraviglia del teatro, dell'ammirare il sipario che si trasforma in una sorta di portale verso un mondo parallelo, un mondo in cui tutto è allegoria ed in cui le maschere prendono possesso degli uomini, nascondendoli ma in fin dei conti rivelandoli al pubblico come mai prima, perchè - citando Wilde - "L'uomo è poco se stesso quando parla in prima persona. Dategli una maschera e vi dirà la verità". Magia ed introspezione si mescolano tra le quinte e la platea, e lo spettacolo, qualunque sia la trama che lo guida, altro non è che un viaggio nella natura umana, una natura complessa in cui ogni aspetto è ugualmente rivelatore, così come sul palco sono ugualmente importanti i personaggi, perchè ognuno di essi aggiunge significato alla totalità dell'essere umano ed alla sua vita, come in un ideogramma, in cui ogni tratto, per quanto piccolo, cambia il significato dell'intero simbolo.

E' proprio dall'ideogramma che inizia questa nuova esperienza a metà tra musica e teatro, è infatti la stessa parola "ideogramma", nella traduzione inglese Ideogram a dare il nome ad una nuova band milanese (o, come loro preferiscono definirsi, "una nuova creatura") ed è l'ideogramma "人" a dare il via al tutto. Un ideogramma che si può tradurre con il significato di persona, ma che, in senso più lato, vuole rappresentare la natura umana, con tutte le sue deviazioni più o meno nascoste, con tutte le diverse anime che stanno dentro ognuno di noi, alcune più sopite di altre, ma pronte a rispuntare, scosse da una musica che per la sua natura teatrale è in grado di scavare nelle viscere più oscure dell'animo, facendo ribollire i sentimenti - anche i più cupi ed estremi - che sedimentano sottopelle, coperti da una patina di emozioni "ufficiali".

Come nel teatro sono le maschere ed i personaggi a prendere possesso degli attori, così per gli ideogram è la teatralità ad impossessarsi dei cinque componenti della band, tanto che le vere identità restano celate dai cinque diversi stili teatrali a cui ognuno fa riferimento. Troviamo così Opera alla voce, Kabuki alle chitarre e alle parti growl, Grand Guignol alle tastiere e alle parti cantate in scream, Absurd al basso e infine Mime alla batteria. Il risultato è un mix azzeccatissimo di sonorità ed espressività, un'alternanza di suoni, generi ed atteggiamenti diversi che scuotono dentro, una musica che la band definisce avantgarde metal, ma che forse - come spesso succede per sound tanto particolari - non è riassumibile in un solo genere ben definito, sebbene sia più che evidente l'indole avanguardistica del suono e del progetto stesso. Non è facile trasmettere le sensazioni da palcoscenico soltanto attraverso la musica, ed è ancor più difficile farlo se il bacino musicale scelto è quello del metal, eppure basta inserire nello stereo "Raise the curtain", demo di debutto della band meneghina pubblicato lo scorso 24 gennaio, perchè l'atmosfera diventi fumosa, vibranti echi ed un semplice quanto inquietante suono di tastiere accompagnino una profondissima voce che introduce lo spettacolo.... "The mask... We are all players after all. Which role will you play today? What happens when the mask falls?", sono le parole di "Which role will you play today?", breve opening track che come un prologo ci traghetta verso lo spettacolo vero e proprio, che inizia con "Evil", brano dall'avvio a luci soffuse, ma che dal primo attacco di batteria si trasforma in un furioso symphonic death metal con la splendida voce di Opera ad alternarsi ai viscerali growl e scream di Kabuki e Grand Guignol. E' uno scambio di vibrazioni potentissimo che proseguirà per tutti i brani del disco, e che regala completezza al sound e soprattutto alle emozioni, ora eteree e quasi sognanti, ora nervose, agitate e sanguinolente. Si prosegue con "Theatre of the absurd", forse il pezzo più espressivo dei 5 che compongono il lavoro, un'introspezione in musica che miscela in modo impeccabile intimismo e carica elettrica, si comincia con un arpeggio leggero e si termina con uno scream da vene gonfie sul collo, in mezzo c'è il fuoco delle emozioni che brucia...

La vena intimista prosegue con la decelerazione ritmica della successiva "Silently", rallentamento deciso, ma per quanto sperimentale si sta pur sempre parlando di metal, quindi dimenticatevi i clichè da brano lento, in "Silently" c'è lo scream, c'è il growl, c'è la grancassa di Mime che picchia, insomma, c'è tutto quel che serve perchè sia un gran bel pezzo! Si chiude con "Mirrors", ed è una chiusura epica, un lungo ultimo atto (ben 7 minuti) in cui tra atmosfere gotiche e riflessi violacei confluiscono tutte le emozioni, tutti gli stati d'animo che finora sono sfilate come personaggi sul palcoscenico degli Ideogram.

Sulle risate finali il sipario cala implacabile, le luci si alzano lentamente e il viaggio termina, il palco torna ad essere un semplice palco di legno e noi ci infiliamo nuovamente le vesti delle emozioni ufficiali, ma il ricordo di quell’ambiguo ed emozionante mondo parallelo è vivido nelle orecchie e nella mente, la platea si alza e gli applausi sono più che mai doverosi...

Voto: 7,5

Tracklist

1. Which role will you play today?
2. Evil
3. Theater of the absurd
4. Silently
5. Mirrors





lunedì 18 febbraio 2013

La musica è sempre più blu! Grazie a tutti!


Ciao a tutti!

Questo post vorrebbe essere una sorta di chiusura, due righe per tirare le somme di quello che è successo sabato sera all'Orablù, di tutto quello che è stato fatto nell'ultimo mese e mezzo, e ancor di più di quanto siano, a mio modo di vedere, situazioni come queste ad unire gli abitanti di questo bel circondario che è la blogosfera, e più in generale il popolo della rete, che nelle scorse settimane si è adoperato, chi con le proprie proposte, chi con il proprio blog, chi su facebook, twitter e altri, e chi anche semplicemente esprimendo il proprio voto sui brani proposti, per rendere possibile la buona riuscita di questo Controfestival.

Il condizionale del mio "vorrebbe" è d'obbligo, il buon Blackswan infatti mi ha anticipato e, come sempre, ha scritto quel che avrei voluto scrivere io con parole che probabilmente non mi sarebbero mai venute, quindi vi rimando al suo post, leggetevelo tutto d'un fiato come ho fatto io e fatevi i complimenti, perchè il successo del Controfestival è merito di tutti, anche di chi ha proposto un solo brano, o ha soltanto votato, o semplicemente ci ha sostenuto con un commento.

Ci tengo a ringraziare di cuore tutti, nessuno escluso, ma purtroppo non posso avere i nomi di tutti coloro che hanno votato in queste settimane, nè di tutte le persone che si sono divertite a stare con noi sabato sera all'OrablùBar, quello che ho però è l'elenco di tutti i blogger e i concorrenti della gara, che ci tengo a nominare uno per uno.

Un sentitissimo grazie quindi a:


Adriano Blundetto
Angela De Gregorio
Circe
Concert65
Cristina
Elena
Fata turchina
Fonta
Gianluca chiovelli
Marco Frangini
Stefy


E ovviamente complimentoni ai vincitori delle tre categorie! Eccoli, con le canzoni che si sono aggiudicate il primo posto:

Per la categoria ITALIAN TRASH - LE PEGGIORI CANZONI ITALIANE DI SEMPRE vincono Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici con "Italia Amore Mio", proposta da Cannibal Kid e Stefy!



Per la categoria DODICI ANNI DI MUSICA ALTERNATIVA ITALIANA vincono i Baustelle con "La guerra è finita", proposta da Cannibal Kid!






Per la categoria ITALIAN BEST - LE MIGLIORI CANZONI ITALIANE DI SEMPRE vince Frankie HI-NRG con "Quelli che benpensano", proposta da Metiu e Lucien!





martedì 12 febbraio 2013

La musica è sempre più blu - I finalisti!



Amici followers, siamo davvero alla resa dei conti per LA MUSICA E' SEMPRE PIU' BLU!

Le votazioni relative alle tre categorie in gara e alla categoria off-contest dell’ospite straniero sono terminati. Degli oltre 200 pezzi partecipanti, i tre brani di ogni categoria (quattro nei casi di ex aequo) più votati dal popolo del web durante le settimane appena trascorse si sono aggiudicati un posto per la finale, e saranno nuovamente giudicati dal pubblico del web e da una giuria in carne ed ossa! La finale infatti si terrà presso i locali dell’OrablùBar di Bollate (MI) la sera di sabato 16 febbraio, e il pubblico presente alla serata formerà la giuria di qualità del nostro controfestival, che andrà a sommare i propri voti a quelli espressi dal pubblico del web. Le votazioni web sono quindi nuovamente aperte e potrete ascoltare e votare i pezzi di tutte e tre le categorie in gara su questo e sugli altri blog che hanno contribuito alla buona riuscita di questo controfestival, oltre che naturalmente sul blog dell’Orablù. Come in ogni festival che si rispetti la giuria di qualità assumerà il ruolo di giuria demoscopica, per evitare possibili “brogli”, ed avrà quindi un peso diverso da quello dei voti espressi sul web.

Durante la serata, che - per chi non riuscirà ad essere fisicamente presente all’OrablùBar - sarà visibile in diretta streaming sui diversi blog, saranno riproposte le canzoni finaliste, ed infine saranno decretati i vincitori di ogni categoria. I partecipanti che hanno presentato le canzoni vincitrici riceveranno un premio.

Detto questo è arrivata l’ora di annunciare ufficialmente i pezzi ancora in gara (rigorosamente in ordine alfabetico)!

Per la categoria DODICI ANNI DI MUSICA ALTERNATIVA ITALIANA:

Afterhours - Ballata per la mia piccola iena
Afterhours - Quello che non c'è
Baustelle - La guerra è finita
Offlaga Disco Pax – Robespierre

Per la categoria ITALIAN BEST:

Area - Gioia e rivoluzione
Fiorella Mannoia - Il cielo d'Irlanda
Frankie HI NRG - Quelli che benpensano
Lucio Battisti - Il mio canto libero

Per la categoria ITALIAN TRASH:

Andrea Vantini - Meno male che Silvio c'è
Povia - Vorrei avere il becco
Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici - Italia amore mio

Per la categoria L’OSPITE STRANIERO:

Patti Smith - Banga
The Rolling Stones - Doom & Gloom
Wilco - Art of almost


Per tutti i dettagli della serata eccovi la locandina con tutti i riferimenti:




giovedì 7 febbraio 2013

Niccolò Fabi @ Teatro Dal Verme - Milano



Lunedì 4 febbraio 2013. Partiamo dalla fine, perchè a volte è il miglior punto di vista, e non si tratta di dietrologia o senno di poi, è soltanto una questione di assimilazione. Partiamo dalla fine quando al termine di una sentitissima esecuzione di "Ecco", title-track del suo ultimo album, Niccolò Fabi saluta e ringrazia gli spettatori del Teatro Dal Verme di Milano, e tutto il pubblico si alza in piedi e lo investe con un applauso che sembra non volersi interrompere mai. Lui è spiazzato, resta fermo, mentre il resto della banda saluta, incita e ride, lui se ne sta lì, con le mani in tasca a fissare la folla, visibilmente commosso tanto da non riuscire a dire nemmeno una parola.

A pensarci bene è in questi piccoli anfratti di umanità che ci si rende conto di quanto la musica non sia soltanto una questione di soldi o di immagine, che un concerto possa essere qualcosa in più di una semplice occasione per divertirsi e cantare insieme, ma un'opportunità per sentirsi tutti uniti, scambiandosi emozioni e vibrazioni intense, talmente intense da far commuovere persino chi dopo 20 anni di carriera a certe cose ci dovrebbe essere in qualche modo abituato. E' proprio questo quello che è successo nella serata di lunedì 4 febbraio in quel di Milano, uno scambio di emozioni in musica: per 2 ore le circa 1500 persone assiepate nella Sala Grande del teatro meneghino sono state coinvolte in uno spettacolo che è andato oltre la mera esecuzione dei brani, e oltre il concetto di concerto a cui si è abituati. In questo senso la location è perfetta già di per sè: un palco che non è un palco, nessuna megastruttura, nessun rialzo che ponga l'artista - fisicamente e, di conseguenza, anche concettualmente - su una sorta di piedistallo, e per forza di cose lo spettacolo si sviluppa con logiche differenti, secondo le quali nessuno sta al centro della situazione, ma ci si ritrova invece tutti insieme come una nutrita compagnia di amici, ad ascoltare una musica che ci fa conoscere un po' meglio gli uni con gli altri, ma soprattutto ci fa conoscere meglio noi stessi, aiutando ciascuno a guardare un po' dentro di sè.

La serata inizia con Roberto Angelini che, accompagnato da Mr. Coffee, esegue una manciata di brani intensi e sentiti e si guadagna il meritatissimo applauso del pubblico. Una breve uscita di scena e poi i due rientrano, questa volta insieme a Niccolò ed alla sua band. Da qui in avanti lo spettacolo entra nel vivo e le vibrazioni si fanno ogni minuto più intense. Si apre con "Indipendente" e si chiude con "Ecco", entrambe estratte dall'ultimo album del cantautore, album che, come è giusto che sia, viene posto al centro dello spettacolo, salvo lasciare lo spazio ai classici ed ai brani più sentiti e apprezzati dei precedenti lavori, ma - come detto in precedenza - non è di mera esecuzione che si tratta e non è la scaletta che interessa, ma il percorso, un percorso che ci porta su terreni dritti e sicuri come su altri sconnessi e un po' rischiosi, come quando Niccolò prende la parola dopo aver eseguito i primi brani, e spiega che l'ambizione di chi ha la fortuna di fare il teatrante è quella che lo spettacolo diventi l'occasione per isolarsi - anche se per poco tempo - dal mondo esterno e viaggiare verso luoghi diversi, ed allora annuncia che per le successive 3-4 canzoni "Saliremo su una specie di grande astronave, e faremo un viaggio, verso un luogo profondo e anche un po' pericoloso, ma che spesso bisogna visitare ed affrontare. Il luogo è Dentro." E' una quartina che spiazza e lascia sgomenti: "Dentro", "La promessa", "Solo un uomo" ed "Elementare", brani intensissimi che nel contesto intimo della serata diventano ancora più vibranti, ancora più potenti, ancora più emozionanti. C'è chi canta - a bassa voce, non è certo il caso di urlare ed agitarsi - ma i più restano ad ascoltare, colpiti da una poesia che davvero trasforma il teatro in un'astronave, e che ti trascina giù, negli anfratti più profondi di te stesso, a riscoprire emozioni che volutamente o inconsciamente erano finite relegate in un ghetto del cuore, i fari dell'astronave le illuminano per un attimo, abbastanza da far risvegliare i ricordi, ma non abbastanza da esserne completamente risucchiati, e poi su rapidamente, verso la superficie. E' lì che troviamo il "Vento d'estate" che ci fa rifiatare un po', troviamo un accenno di "Capelli" che mette un poco di allegria, e poi ancora emozioni forti con Quella Bella, come dice lui stesso, "Perchè questa è quella bella!", e come dargli torto quando si riconosce l'attacco di "Costruire"?

Con "I cerchi di gesso" siamo già al giro di boa e nemmeno ce ne rendiamo conto, perchè oramai non sentiamo più di essere ad un concerto, ma pare piuttosto una bella serata tra amici, di quelle in cui l'orologio che avanza è l'ultimo dei tuoi pensieri, e allora - dopo l'immancabile "Oriente" - Un "nooo!" corale travolge Niccolò quando dice "Ora è il momento di lasciarsi", anche se tutti sanno che è soltanto la rampa di lancio per il delirio di "Lasciarsi un giorno a Roma", altro must che fa alzare in piedi e saltare tutto il teatro. Ora Niccolò e soci salutano ed escono per poi - naturalmente - rientrare, i botti finali si fanno sempre più vicini ma l'atmosfera densa e avvolgente dello spettacolo non accenna a diradarsi, prima della chiusura di "Ecco" si passa per "Fuori o dentro", per la parentesi tremendamente passionale di "Una buona idea", e per quella "Il negozio di antiquariato" che resterà stampata in testa per molto tempo.

Sono i botti finali, si chiude davvero stavolta, l'astronave rientra alla base e tutti i passeggeri si alzano in piedi per un lungo applauso, che non è altro che il miglior modo per dire grazie, il viaggio è stato splendido e c'è poco altro da aggiungere. Tornando a casa resta attaccata alla pelle la sensazione di aver trovato uno scrigno di calde emozioni nel pieno centro della fredda Milano, ed un sorriso si stampa sul volto quando nella mente risuona una frase: "Raro è trovare una cosa speciale tra le vetrine di una strada centrale. Per ogni cosa c'è un posto, ma quello della meraviglia è solo un po' più nascosto". Raro, sì, ma a volte succede....



Articolo pubblicato su Oubliette Magazine

lunedì 4 febbraio 2013

La musica è sempre più blu! Votazioni - Parte seconda



Amici followers, è nuovamente l’ora delle votazioni per LA MUSICA E' SEMPRE PIU' BLU!

Dopo la votazione per le prime due categorie – Musica alternativa e Italian Trash – hanno inizio oggi le votazioni per le due categorie rimanenti: Italian Best e l’Ospite Straniero, 69 pezzi in gara per la prima, 30 per la seconda, e 6 soli posti per la finale, sarà un nuovo scontro all'ultima votazione per aggiudicarsi i posti per la finale! Il giudizio spetta al popolo della rete, quindi fatevi avanti!...

Per ogni categoria saranno scelte le 3 canzoni più votate, canzoni che approderanno alla finale di sabato 16 febbraio, può votare chiunque, senza necessariamente essere iscritto al contest, e per farlo basta andare sul blog dell'Orablù, lì troverete i sondaggi nei quali potrete scegliere i vostri pezzi preferiti. I sondaggi permettono una scelta multipla fino ad un massimo di 9 preferenze per ogni categoria; la votazione per ogni categoria è permessa una sola volta per ciascuno, onde evitare ondate di votazioni che inficerebbero il risultato finale. Da questo momento hanno inizio ufficialmente le votazioni per le categorie "Italian Best" e "Ospite Straniero", i sondaggi si chiuderanno sabato 9 febbraio.

Su questo, come sugli altri blog che partecipano al contest, potete trovare i gadget per ascoltare tutte le canzoni in gara, mettetevi in ascolto e VOTATE VOTATE VOTATE!!!!